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Mai sentito parlare di work-estate? Se avete detto sì bugia, perché l’ho appena inventato. Cosa intendo con questo termine di cui potevamo fare a meno? Intendo gli effetti dello smart working sul settore immobiliare. Come sappiamo, il mondo del lavoro è in piena rivoluzione. Negli ultimi anni le aziende hanno osservato con una certa curiosità i risultati del lavoro da casa. Per la serie: "Whaaat, si fattura anche senza stare in ufficio!?". Sì già, pensa te. Si sa però che le abitudini sono dure a morire. Nonostante molte case history positive e obbiettivi raggiunti, nel 2023 si è tornati a oltre il 70% di lavoro in presenza (l’86% a Milano). E tutti quei bei modi per "raccontare" il lavoro ibrido, smart o workation sono andati alle ortiche. O almeno così sembra, ma ne siamo sicuri? Vediamo. 

Generali lo scorso anno ha promosso il workation (mix di work e vacation, se qualcuno se lo chiedesse) concedendo ai 3500 dipendenti dell'azienda di lavorare tutto agosto dai luoghi di vacanza, mentre a partire da novembre sono stati introdotti tutti i venerdì in smart. Che poi far lavorare la gente tutto agosto ci sarebbe da dire, ma andiamo avanti. I 32mila dipendenti di Tim hanno invece la possibilità di lavorare in smart working fino a tre giorni a settimana, anche se adesso la società sta valutando di estendere ulteriormente l'Out Of Office. Attenzione, non intendiamo che non si fa nulla e si viene pagati, ma si lavora fuori dalle mura d'ufficio. Il progetto pilota è partito a settembre, con modalità 100% remoto per 1000 dipendenti e rientro in azienda ogni 15 giorni. Giusto un check per vedere se sono ancora vivi. 

Tutti questi cambiamenti hanno un impatto importante anche sul mondo del real estate. I mega grattacieli e open office aziendali che per anni ci hanno voluto far passare come "la tua seconda casa" stanno cambiando. Ora infatti fatturano pure loro. Come? Felice che lo abbiate chiesto. Deutsche Bank Italia, per esempio, ha un mega office da 37mila mq in zona Bicocca, con un corpo centrale che resterà a disposizione dei dipendenti, mentre le due ali dell’edificio (che poesia) vengo date in affitto, con contratto decennale, ad altri "inquilini" impegnati in diversi settori, dall'abbigliamento, alle tecnologie, all'innovazione. Chissà le riunioni di condominio. 

Intesa San Paolo ha inaugurato la Scheggia o Torre Gioia 22 a giugno 2023, con ristorante già attivo e palestra, ed è pronto ad accogliere 3mila dipendenti del Gruppo in 30 piani di struttura ultratech e green. Se però a Milano il gruppo punta verso l'alto, nel resto d’Italia riduce la superficie strumentale di circa 258mila mq. Il modello di lavoro definito "Next Way of Working" affianca (in teoria) a orari flessibili e lavoro agile da casa, il lavoro tradizionale nel proprio ufficio. E se l'ufficio è quello ci penso pure io!

UniCredit ha rivoluzionato la sede di piazza Gae Aulenti e ora nella sua Torre B (non la torre con la guglia, ma l’altra) accoglie società che occupano gli spazi con un contratto di subaffitto. E i circa 8mila dipendenti milanesi sono stati spostati tra la Torre A (questa è lo Spire) e gli uffici di Lampugnano. Immagina la gioia. Anche la Diamond Tower, storica sede di Bnp Paribas, sta dando in affitto due piani, sui 27 totali, del grattacielo posto tra viale della Liberazione e via Galilei.

Ma qualcuno affitta davvero o restano spazi vuoti con il cartello appeso? A Milano a domanda c’è risposta, con molte aziende che cercano spazi più ridotti, ma ben collegati ed efficienti. Secondo le analisi di JLL (gruppo esperto del settore), il mercato dell'office leasing ha totalizzato, nel 2023, circa 680mila mq di take-up di cui 426mila mq a Milano e una crescita del +39% nelle locazioni degli uffici rispetto al trimestre precedente. Dove si cercano 'sti uffici? La risposta è abbastanza ovvia. Nella zona del centro storico, in Porta Nuova e City Life. C’è un però, con uno spostamento nell’hinterland di Milano Sud-Est di oltre 40mila mq, per far fronte a una limitata disponibilità di immobili di classe energetica alta dentro la cerchia. Insomma, i palazzi a Milano, in centro o no, fanno il cash in ogni caso. Possiamo quindi sdoganare work-estate come nuovo termine per raccontare il real estate meneghino legato al mondo del lavoro? Io sento la Crusca che ne pensa. 

 

Autrice: Giulia Cannarella

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