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Genitori imbruttiti, vi tiriamo in ballo. Parliamo di asilo nido, presente? Quel luogo tanto necessario quanto inaccessibile. Già, perché se avete dei nani e non avete il cu*o di nonni freschi e disponibili, sicuro vi sarà capitato di informarvi sui nidi, comunali e privati.

Disagio.

Quelli comunali sono pienissimi, che se ti metti in lista d'attesa minimo ti chiamano quando il pupo ha 18 anni; se provi con il privato devi prepararti a sganciare più di mezzo stipendio al mese. That's it. A dircelo, oltre all'esperienza personale, anche un'indagine di Altroconsumo, che ha preso in esame otto città italiane per stabilire quale fosse la più cara in merito agli asili nido. Risultato? Ma Milano, of course! Avevate dubbi? Una bella menata, perché Milano - almeno nell'immaginario - è anche la città dei sogni professionali e della carriera. Ma per le donne (ve ne abbiamo parlato qui) non riuscire ad accedere ad un asilo nido che non preveda la donazione di un rene spesso significa rinunciare al proprio lavoro.

"I servizi per l’infanzia sono essenziali per favorire la natalità e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. In Italia, però, i posti disponibili negli asili nido sono pochi, bastano solo per il 28% dei bambini, e le rette sono salate, arrivano anche a circa un quinto del reddito familiare. Lo dice la nostra inchiesta in 8 città in cui abbiamo scandagliato i costi di asili nido privati e comunali. Milano è la più cara" si legge sul sito di Altroconsumo. Eh già: la città più cara perché ha un costo medio mensile di 812 euro (nei privati), il 24% in più rispetto alla media.

Mai una gioia.

Negli asili comunali - l'abbiamo detto - non c'è posto. Dati Istat riferiscono che i posti negli asili nido bastano solo per il 28% dei bambini; la fregatura, poi, è che pure se sono comunali (e quindi se i costi si differenziano in base all’Isee) costano comunque un botto: a Milano parliamo di 500 euro circa per un family con un Isee di 30mila euro. Se poi parliamo di privati, ciaone: si va dai 640 euro fino agli oltre 800. Cioè raga, parliamo di un servizio essenziale, come fa ad essere così elitario? "Il welfare per le famiglie è da ripensare, anche in un'ottica futura in cui ci sarà sempre meno l’aiuto dei nonni visto che l’età di pensionamento sarà sempre più alta e quindi saranno ancora al lavoro" si legge sul sito di Altroconsumo. "Così come anche i padri devono assumersi le loro responsabilità di cura della prole, per cui deve anche venire meno il divario salariale che fa sì che spesso nell’economia della famiglia resti a casa chi guadagna meno, quasi sempre la donna". Ci sta. Sarebbe carino, inoltre, che ci fossero asili nido maggormente disponibili nei mesi estivi. Tipo, a luglio molti nidi chiudono baracca e burattini, lasciando i genitori con il solito dilemma: Non parliamo di agosto, quando il 93% dei nidi chiude.

E insomma raga, se avete i nonni che vi tengono i nani... fategli un bel regalo perché siete molto, molto fortunati.

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