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Lifestyle
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Passeggiando per i parchi di Milano è facile imbattersi in cargo bike che offrono i più variati spuntini per… cani. Si avete letto bene, e non è finita qua: a volte l'unico chioschetto nei paraggi è proprio quello che vende biscotti fatti apposta per Fido. Non stiamo parlando di snack confezionati, ma di prelibate leccornie realizzate con ingredienti di prima qualità, biologici, salutari. Insomma in questo caso potete stare certi che il labrador di famiglia quando mangia fuori, mangia molto più sano di voi. Questo esempio è perfetto per sottolineare l'impatto della pet economy, in altre parole del giro di affari che ruota attorno agli animali domestici: canidi, felidi, ciprinidi (i pesci rossi) o cricetidi (si, si scrive così ho guardato su Wikipedia). Se siete svegli avete già capito che stiamo parlando di un sacco di sghei, denari, qua-quattrini (scusate non ho resistito.)

Ebbene, secondo una ricerca di Bloomberg, il settore globale di prodotti e servizi per gli animali domestici raggiungerà i 500 miliardi di dollari entro il 2030: circa un quarto del prodotto interno lordo del nostro Paese. Lo studio ci dice anche a quanto ammonta adesso il valore del settore, ovvero a 320 miliardi di dollari. Non bisogna essere dei premi Nobel per rendersi conto che, non solo questa industry è molto preziosa, ma cresce a un ritmo da levriero che insegue un coniglio. In tutto il mondo. La parte del leone, o meglio del gattone, la fanno i soliti Stati Uniti che nel 2030 contribuiranno al valore della pet economy per circa 200 miliardi, quasi la metà di tutto il giro di affari globale. Ma quali sono i driver che traiano questa crescita? Non solo sempre più famiglie decidono di condividere la vita domestica con un pet, non solo al calare della natalità cresce il numero di animali domestici (e quindi più soldi da investire nella cura di Fido) ma anche il fatto che la vita media degli animali da compagnia si è allungata. 

cani-2.jpg

Questo non vuol dire soltanto che si comprano scatolette per più tempo ma anche più cure mediche, diagnostica e prodotti farmaceutici, voci di spesa che diventano particolarmente costose per gli animali domestici più anziani. E in Italia come siamo messi? Il più recente e affidabile report a cura dell’Associazione nazionale tra le imprese per l'alimentazione e la cura degli animali da compagnia (l'Istat infatti non calcola quanti bau e miao ci sono nelle nostre case) stima che in Italia ci sono 60,27 milioni di animali d’affezione. Quanti milioni di residenti siamo in Italia? Se sapete fare i conti e cercare su Google avete appena scoperto che il rapporto tra italiani e pet è di 1 a 1. Un pet per ogni residente!

Proseguendo nel leggere la ricerca sugli animali domestici in Italia, i colpi di scena non mancano. Qual è infatti il pet più presente nelle nostre case? Eh no non è il gatto, eh no non è nemmeno il cane È l'insospettabile pesce. Per la precisione i pesci sono gli animali da compagnia più presenti in Italia (29,9 milioni esemplari), seguono gli uccelli (12,9 milioni), i gatti (7,3 milioni), i cani (7 milioni), i piccoli mammiferi (1,8 milioni) e rettili (1,4 milioni). Nel 58% dei casi i proprietari di animali vivono in un appartamento e il 55% ha bambini o ragazzi in famiglia. Spesso non ci si limita ad un solo animale, ma ci sono 2 o 3 animali per nucleo familiare con una media di 2,16 animali posseduti. Andiamo quindi a scoprire quali sono le regioni italiane più attive nel business della pet economy: sul podio delle regioni che vantano una maggiore presenza di aziende pet ci sono la Lombardia (14,2%), il Lazio (11,8%) e la Campania con 9,9%. 

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Naturalmente il segmento più florido di questa industry è quello alimentare: secondo un report della società di ricerche di mercato Circana, nel 2023 la spesa per far leccare i baffi al micio di casa ha superato i 3 miliardi di euro, +15% rispetto al 2022. E tutto questo mentre si risparmiava sul carrello della spesa a causa dell’inflazione, ma vuoi lasciare il fluffy con la pancia vuota? Non si può, gli animali fanno parte della famiglia, anzi per molti sono l’unica famiglia. Infatti secondo una recente indagine di Purina, marchio di pet food, oltre il 50% degli italiani proprietari di animali sceglie di vivere con un pet principalmente per combattere la solitudine, restituendo alla bestiolina tutto l’amore di cui è capace. D’altronde, come scrisse l’umorista statunitense Corey Ford, "se adeguatamente addestrato, un uomo può essere il migliore amico del cane" e, aggiungo io, di ogni animale. 

 

 

Autore: Davide Frigoli

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