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Quello delle scritte sui muri dei bagni pubblici è un mistero pari almeno a quello dei maschi che stazionano sul water a leggere per 15/20 minuti (se non di più) dopo averla fatta... e senza tirare l'acqua. Se pensate si tratti di un "divertimento" tutto sommato contemporaneo, sappiate che, esattamente come le parolacce, ci sono pregevoli esempi dell'una e dell'altra sin dall'antichità, come dimostrano i graffiti zozzoni incisi sui muri delle terme di Pompei o delle latrine romane. L'antropologo americano Allan Dunes ha dato a questa pratica anche un nome, latrinalia. Ora, noi non si ha la laurea in psicologia, ma una spiegazione plausibile che ci è sempre venuta in mente è che "a scrivere nei cessi son soltanto i repressi". Beh, e adesso il mitico Focus non se ne esce con un articolo sull'argomento che parla di personalità infantili ed esibizioniste?! Dai, non ci siamo andati molto lontano.

Il mensile scientifio, infatti, ci spiega che i latrinalia alla fine non nascondono chissà quale indole trasgressiva, ma più che altro personalità infantili, "che approfittano della nudità associata al luogo per dare libero sfogo a pulsioni regressive esibizionistiche normalmente nascoste". A dirlo è la sovrapposizione che inconsciamente viene fatta dagli autori delle scritte tra le funzioni "escretorie" e quelle "sessuali", anatomicamente vicine, cosa che sarebbe tipica proprio di uno stadio sessuale infantile. Insomma, se qualcuno vi ha dato dello sfigato o della poco di buono sui muri del cesso dell'Autogrill, sbattetevene: ora sapete che quel qualcuno è solo un bambinetto o una bambinetta che non ha fatto lo switch verso l'età adulta.

Certo è che i muri dei bagni (ma un po' anche degli ascensori, delle torri e delle colonne... tutta roba di forma fallica, a ben vedere) sono stati moooolto prima del revenge porn lo sfogatoio dei cornuti di turno, magari mollati in malo modo per qualcuno di più intelligente anziché di più dotato. E allora dagli con STR...., PUTT..., FIGLIO/A DI cui sopra, CE L'HA PICCOLO, CE L'HA SFONDATO, SUCCHIAGELATI... Non so se andare avanti perché ormai le norme anti-oscenità agiscono sui contenuti online peggio della censura in RAI, ma di certo in 50 anni sui muri dei bagni ne ho lette di tutti i colori.

I più infami, a mio avviso, sono quelli che hanno vergato sulle pareti dei bagni i numeri di telefono, soprattutto quelli fissi... con prefisso cittadino, naturalmente. Oggi siamo abituati con il cellulare: ti chiama uno che non conosci puoi non rispondere; ti chiama uno che ti ha già rotto le scatole e lo puoi bannare; ti chiama uno e rispondi per sbaglio al maniaco e puoi riattaccare... ma una volta - ragazzi - c'era solo il fisso di casa e avere il numero stampato fra le piastrelle zozze dell'autogrill poteva essere l'anticamera di un colossale epic fail coi tuoi genitori, con cazziatone incorporato.

Devo ammettere che perle notevoli erano anche sui muri di una biblioteca universitaria occupata negli anni Novanta. La prima: "Si in deserto eristici, et puellam non haberis, et cammellum non inveneris... bugicto in terra facto, inculaa mundum". La seconda: "In omnia pericula tasta testicula". Due pregevoli tuffi nel classicismo che potrebbero anche essere originali, visto che un altro articolo di Focus (che - giuro - non ci paga... ma se volesse saremmo ben felici di fatturare) racconta come le porcate non mancassero nemmeno sui muri di terme e bagni dei Romani, veri campioni di fantasia e colore. Roba che quando ci scappa un mer*a o un fi*a ci possiamo quasi sentire dei signori.

Già che l'argomento me lo consente, lancio anche un appello agli imbruttiti di Città Studi. Chi minc*ia è Kevin?!?!?! Molto prima che questo fosse "uno dei Minions", sui muri della zona universitaria attorno al Politecnico il nome di questo Kevin compariva (e dove il bonus facciate non ha agito compare ancora a cielo aperto, altro che bagni...) accompagnato dalla scritta SUPERDOTATO e da un numero di cellulare che cominciava per 349. No, non l'ho chiamato, perché di sbattimenti ne ho già abbastanza e l'unica cosa che cerco super accessoriata è l'auto da corsa che mi comprerò a imbruttimento completato. Però, devo dire che mi è rimasta sempre la curiosità di questo nome esotico vergato a pennarello. Una sciura delusa? Una forma primitiva di social, con i caz*i propri sbattuti sotto il naso di tutti?

Chissà... Ai poster l'ardua sentenza. Almeno quelli si tolgono.

 

Autrice: Daniela Faggion

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