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Quanto fa rodere il caz*o quando sei in ufficio o stai studiando per la sessione, apri Instagram e invece che svagarti con i gattini che fanno cose vedi un tuo conoscente o pseudo influencer mentre si gode la vita in vacanza? Un tempo ci limitavamo a confrontarci con i vicini di casa e i conoscenti del quartiere. Ora, grazie ai social, siamo costantemente bombardati dalle vite fighe (se, vabbè) di migliaia di persone. Mentre bevono un cocktail in piscina. Mentre si baciano al tramonto. O mentre si mangiano un fritto misto sul lago di Como. Tempo zero, e ci ritroviamo l'invidia a palla, nostro malgrado. Ma non facciamoci ingannare: dietro quei filtri di Instagram, spesso si nascondono esistenze ordinarie quanto le nostre. Non è una novità, ovviamente, ma è sempre bello ricordarvelo.

Con le vacanze ormai prossime preparatevi ad essere inondati da una nuova wave di immagini di viaggi esotici e resort di lusso sui i nostri feed. E preparatevi a non prenderla bene. Questo malessere ha un nome, "comparanoia", che altro non è che l'ansia da comparazione che ci fa sentire inadeguati di fronte alle vacanze altrui, apparentemente perfette, patinate e felici. Tutte caz*ate.

Studi recenti, come quello pubblicato su Frontiers in Psychology, mostrano che l'uso intensivo di Instagram è collegato a una maggiore ansia sociale e a una percezione di inferiorità. Più scorriamo i post di vacanze perfette, meno riusciamo a godere delle nostre. E così, la nostra week ad Albenga non reggerà il confronto con il mesetto su uno yacht alle Maldive. E vai di comparanoia.

Nel contesto attuale, dove un ragazzo su 10 vive in povertà e il 40% dei giovani teme il futuro (dati Save The Children), vedere vacanze di lusso sui social può farci sentire di mer*a ed insoddisfatti. Gli studi dimostrano che la dissonanza tra la vita reale e quella rappresentata online porta a un forte senso di colpa e inadeguatezza. Pensiamo di non essere all'altezza solo perché non stiamo sorseggiando un cocktail su una spiaggia caraibica. Le strategie di marketing degli influencer aggravano la situa, perché promuovono stili di vita inaccessibili ma presentati come normali. Le piattaforme social, progettate per massimizzare l'engagement, ci espongono costantemente a contenuti che suscitano forti reazioni emotive, intensificando il ciclo della comparazione.

Ma come fare per sopportare questo inferno quotidiano? Ricordiamoci che la vita online degli altri è spesso una farsa ben confezionata. È essenziale mantenere una giusta distanza critica. Le vacanze non devono essere misurate in base alle aspettative irrealistiche degli altri, ma attraverso la nostra soddisfazione e felicità personale. Non siamo meno validi solo perché non postiamo foto da sogno. Ricordate che quel viaggio non è stato organizzato in un giorno. Una vacanza, soprattutto una costosa e esotica, richiede molto tempo per il budgeting e la pianificazione. Probabilmente non saprete mai quanto si è risparmiato nei mesi (o addirittura anni) precedenti al viaggio. E tutto quello che c’è dietro la possibilità di fare una vacanza non lo si posta sui social.

E non saprete mai se quella gente, alle Maldive, è davvero felice, in pace con se stessa, amata e appagata dalla vita. I sorrisoni fronte iPhone non valgono.

Bisogna comprendere che le immagini e i commenti che vediamo sono accuratamente selezionati, filtrati. È nella natura umana condividere le parti migliori delle nostre vite e nascondere i momenti difficili. Per due motivi. Primo, mettere in mostra il nostro lato migliore è qualcosa che impariamo presto nella vita. Secondo, nessuno vuole appesantire gli amici con i dettagli spiacevoli della vacanza. Come il bambino che piange durante l’intero volo. O il mal di pancia post impepata di cozze. E ricordiamoci, infine, che la gioia che si prova a fare una vacanza con le persone che si amano non si misura con i like. 

 

Autrice: Francesca Tortini

 

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