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Lifestyle
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"Ehy, ci hanno invitati all'inaugurazione della mostra su Moschino, ti va di andare?"

Era un giovedì pomeriggio qualsiasi. Fuori pioveva come se fossimo a Londra. Io sopravvivevo, incatenata al tavolo della mia cucina tra briefing, meeting, brainstorming e follow-up su Teams. Il mio cervello cercava disperatamente di trovare una via di fuga. E proprio mentre stavo per cedere alla tentazione di defenestrare il laptop, whatsapp si è trasformato in oracolo. E mi ha parlato. "Ci hanno invitati alla preview della mostra dedicata a Franco Moschino, in via Tortona" mi scrivono dalla redazione del Milanese Imbruttito. "Ti va di andare?".

Ma certo che sì!

Raga avete letto bene: è (ri)sbarcato un altro genio nella City e alloggia alla MyOwnGallery di Superstudio in via Tortona. L’esposizione, intitolata "Franco Moschino. Il Genio Visionario", celebra il trentesimo anniversario della scomparsa di uno dei designer più iconici e provocatori della moda italiana ed è ufficialmente aperta al pubblico fino al 19 dicembre 2024 (piccolo spoiler: forse prolungano fino ai primi di gennaio). Cosa che non guasta: l’ingresso è gratuito.

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Devo dire che non si tratta di una roba enorme e probabilmente in una mezz’oretta hai fatto (anche due o tre volte) il giro di tutto l'allestimento. Puoi passeggiare tra una serie di grandi pannelli fotografici realizzati dal fotografo Stefano Pandini che ritraggono Moschino (che posso dire? l'era un bel fioeu!) e ascoltare video interviste con figure di spicco della cultura pop degli anni '80 e '90. A me sono piaciute un botto le interviste di Manuel Agnelli e di Rossella Jardini, direttrice creativa del marchio dopo la morte del designer e sua grande amica: con la sua siga slim perennemente accesa e un tailleur dal taglio Hermès, è definitivamente quella che io definisco una S.C.G.A. (Sciura Con Gli Attributi).

C'è anche un monitor che proietta una specie di cortometraggio, di una manciata di minuti, creato con immagini girate da Franco Moschino in persona e da lui montate in modo (apparentemente) caotico. Come tutti gli eventi che si rispettino, non manca il fattore charity: puoi comprare (a cifre non proprio "modiche", ma a due euro non sarebbe vera charity) sia un libro fotografico sia una serie di foto certificate Fine Art, realizzate, incorniciate e firmate proprio da Stefano Pandini; l’incasso verrà devoluto ad una organizzazione sostenuta dalla fondazione Moschino, l’Hospice di Abbiategrasso, contribuendo al benessere delle persone affette da malattie inguaribili.

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Eppure io, altro che mezz’ora, sono rimasta lì per più di due ore! Tra tartine e bollicine, mi sono goduta il gossip, origliando come una zabetta gli aneddoti simpatici che saltavano fuori dai capannelli di amici e collaboratori storici dell’artista, di cui, ahimè, si sa pochissimo. La cosa che mi ha steso è che Franco era proprio uno di noi: nato in provincia, ha fatto le valigie e se n'è andato per cercare fortuna nella City. Una conoscente raccontava che all’inizio voleva fare il pittore, ma poi ha capito che la moda era la sua vera passione e per ben 6 anni ha disegnato dei bozzetti pazzeschi, però per un altro: Gianni Versace ("ah, la gavetta", come direbbero i boomer).

Già da King della moda, mentre i suoi pari si compravano elicotteri e castelli, lui ha vissuto tutta la vita in un bilocale nel centro di Milano, ma con un bel terrazzo dove organizzava party da urlo. Pare che scorrazzasse per Brera con un Fiorino e – da quanto abbiamo sentito - beccasse pure un bel po’ di multe. Chi conosce il brand, può pensare che avesse un armadio personale in tecnicolor, invece no: qualche suo amico ridacchiava ricordando che i suoi vestiti erano tutti blu, dai pullover, alle giacche, fino ai calzini.

Fu il primo a far sfilare in passerella le pellicce ecologiche. Per non parlare delle sue relazioni eccentriche: si dice che avesse una storia d'amore con un manichino e che lo portasse a eventi di gala, facendolo passare per il suo "compagno di vita". Ma lo sappiamo anche noi, bimbe di Bumble, che l'amore a volte può essere... un po' strano! Raga io amo i press day, il vernissage e il gossip. Si era capito. E devo dire che, per quanto piccola, ho amato anche questa esposizione per tre motivi: di Moschino si parla pochissimo, una mostra è sempre un buon motivo per scappare da un meeting infinito, e poi f**a!

Per una volta…è gratis!

 

Autrice: Valentina Viti

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