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Ma pensa, giocare ai videogiochi aiuta i giovani nei colloqui di lavoro

Pare che il gaming regali skills utili.

State cercando lavoro? Bè, sappiate che se siete appassionati giocatori di videogame troverete la strada spianata. Secondo un’indagine commissionata da YouTube a Censuswide, infatti, il gaming online è fondamentale per sostenere un colloquio di lavoro. In pratica la maggior parte dei recruiter (64%) vi darà un open pass solo perché siete appassionati di videogiochi. Figo, no?

Quanti anni avete passato in casa, sul computer o alla console, sgridati dai vostri genitori che silamentavano dicendo “esci e trovati un lavoro”?! Sbeeem. È il momento della rivincita, raga. Pensate a quando tornerete da un colloquio e direte “Mamma, mi hanno preso per le mie capacità di driftare”. Si vola.

Secondo i dati raccolti da YouTube, a dicembre 2022 i contenuti rivolti al gaming sulla piattaforma hanno attirato più di 500 milioni di utenti registrati ogni giorno, per oltre 120 miliardi di ore di visualizzazione. Ma sapete perché tutto questo hype verso i videogiochi? Come spiega Francesca Mortari, director YouTube per il Sud Europa, “Secondo la nostra indagine, attraverso il gaming è possibile sviluppare alcune delle competenze più utili nel mondodel lavoro”.

Chi vanta il gaming tra i suoi hobby ha una marcia in più, o almeno così la pensano i recruiter. In effetti, se ci pensate, sono un botto le soft skill che si possono acquisire: dal pensiero strategico (ritenuto dal 42% dei recruiter una delle doti fondamentali), al problem solving (39%), alla capacità di mantenere la calma sotto pressione (36%); oltre alla creatività, alla gestione del tempo e l’essere multitasking, tutte cose sempre più ricercate nei lavori di oggi. Secondo Ian Storey, Director Hays, azienda leader nel settore recruitment: “Le competenze acquisite attraverso il gaming possono essere molto importanti nel mercato del lavoro di oggi. E proprio al gaming è stato riconosciuto il merito di aver contribuito a incoraggiare le persone ad avvicinarsi al settore tecnologico. Quando si tratta di includere il gaming come parte del proprio CV, la questione è come renderli pertinenti al lavoro per cui ci si propone o come questi rendonoun candidato più interessante come potenziale dipendente.”

A questo punto vi sembrerà facile: via tutti ad allenarsi un po’ a Fortnite e il gioco è fatto. No, la Gen z questo non l’ha per niente afferrato al volo: solo il 40% di loro menziona questa passione nel curriculum e pochissimi (il 22% degli intervistati) pensano che il gaming possa dargli maggiori possibilità lavorative. Male! Dati alla mano, un altro sondaggio, condotto da Prodigy Education (Ente sviluppatore divideogiochi educativi) ha dimostrato che chi passava i pomeriggi sui videogiochi in età infantile oggi ha maggiore probabilità di ottenere promozioni e farci un bel malloppo. Stando ai dati, i bimbetti che tanto amavano giocare online, oggi guadagnano in media labellezza di 5.451 dollari in più, una cifra tipo 5.012 euro, rispetto agli altri che passavano il tempo a giocare all’aria aperta o con le Barbie.

La sorpresa? Pare che anche i genitori abbiano capito il benefit, ed ecco spiegato il 95% degli intervistati che permette ai figli digiocare ai videogame. Sempre stando all’analisi, è venuto fuori che il 48% dei bambini a cui è permesso giocare, a scuola va al top.

E ora tutti su Call of Duty ad allenarsi per il prossimo colloquio, via!

Autrice: Martina Gallazzi

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