Se una volta il top della vita era il posto fisso, adesso, per un Gen Z pensare di lavorare tutta la vita nello stesso ambiente è automaticamente: ANSIA. Proprio non ci stanno dentro a respirare la stess aaria per troppo tempo. Questa nuova tendenza ha un nome: job hopping, che letteralmente significa saltare da un lavoro all'altro, con la speranza di fare sempre più cash e magari puntare in alto.
Recentemente LinkedIn ha svolto una ricerca su questo fenomeno che sembra interesserà parecchio il 2025, e che pare aver totalmente sostituito il mito del posto fisso. L’indagine sottolinea come in Italia questo trend riguardi due persone su cinque (44%), quasi la metà. Non è poco, eh. Gli unici che non si lasciano sfuggire il posto, sapete chi sono? I pochi che dopo anni di stress, adesso sono abbastanza comfy con le loro mansioni e riescono a gestire famiglia e lavoro senza troppi sbatti (30%). La Gen Z, invece, ha proprio paura: tra gli under 35, il 28% teme di non riuscire a ritagliarsi momenti per lo svago, e il 24% vive con ansia l’orario di lavoro.
Quindi, tra le motivazioni principali del job hopping ci sono: l’aumento di retribuzione, ritenuto dal 41% degli intervistati il motivo principale per fare un change, seguito dal solito trip della Gen z di accettare un impiego solo se c’è un buon balance vita-lavoro (27%). Poi, deve essere rigorosamente un contesto in cui poter crescere, e ci sta (22%); e per ultimo, il 20% cerca aziende in cui può rendersi utile sfruttando le proprie competenze.
Stando ad un report di Deloitte, circa il 40% di Gen Z e Millennials accetta un nuovo impiego sapendo già che lo lascerà a breve e pianificando già quello successivo. Adoro. E poi c'è il Report di Fragil Italia ("I giovani e il lavoro" dell’Area Studi Legacoop e Ipsos), che spiega come coloro che hanno tra i 18 e i 34 anni percepiscano in modo "meno totalizzante" la dimensione lavorativa rispetto alle vecchie generazioni, che, per dirlo con un francesismo, si facevano il culo vero. Secondo una recente ricerca di Randstad, inoltre, nel nostro Paese riguarda circa un milione di lavoratori, concentrati soprattutto nel settore delle professioni digitali.
Che poi il job hopping pare convenga: con tutti questi switchamenti, è possibile guadagnare un botto. Lo ha detto l'Istituto di ricerca americano ADP, che dopo aver analizzato il triennio 2023 ha registratoun aumento del 15,2% negli stipendi di coloro che hanno cambiato occupazione almeno 1 volta in 2 anni. Al contrario di chi è rimasto fisso ha visto il proprio stipendio aumentare in media solo del 7,7%. Qualcosa vorrà pur dire.
Autrice: Martina Gallazzi
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