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Oh raga, vi dico solo questo: se per caso vedete una tipa che pare uscita da un quadro dell'Ottocento – capelli raccolti, bella elegante e quell’aria un po’ rigida, quasi da statua – non fatevi fregare. Perché appena vi avvicinate… SBAM, plot twist! Sotto quella gonna bianca da dama di Bridgerton non ci sono pizzi o crinoline, ma circuiti, cavi e schede elettroniche. E occhio, perché non è finita qui: profuma pure. Di cosa? "Di robot". Ah, chiaro.

La dama-robot è ScentDia, ed è l’ultima trovata di un team tech che vuole provare a farci convivere coi robot in modo "umano sì, ma non troppo". E sapete la figata? Venerdì si può ammirare dal vivo al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano.

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La girl arriva diretta dall’Australia, sbarcata a Malpensa dopo un bel viaggetto comfy. Dietro c’è un super team: l’University of New South Wales di Sydney l’ha costruita, ma ci ha messo il suo anche il Centro di ricerca sui sistemi complessi della Libera università della comunicazione di Milano. Gente che si è fatta delle domande per niente easy: “Come facciamo a non far diventare questi robottini dei nostri cloni digitali?”. E la risposta è stata chiara: niente copie, ma compagni di vita. L'idea è che, oltre a fare il loro lavoro, capiscano i nostri segnali sociali: gesti, espressioni facciali, parole. Una roba che punta a trasformare l’interazione umano-macchina in una vero e proprio team-mate. E ScentDia? È il top: un esempio concreto di come la tecnologia stia spingendo l’interazione uomo-robot. Super cool, no?

Tra un coffee e due considerazioni sull’etica, si sono messi a studiare il problema. E qui entra nel game Mari Velonaki, esperta di interazione uomo-robot, che ha tirato fuori un’idea: lavorare sull’olfatto. Così, con l’aiuto di un’artista esperta di profumi, hanno creato un’identità olfattiva per ScentDia.

Oh, ma attenzione, di che cosa sa un robot? Niente fiori, niente muschio animale e, soprattutto, niente odore umano. Si tratta infatti di un aroma unico e che manda pure un messaggio forte: “Io sono altro”. Un profumo che (chi lo sa, magari) imparerete a conoscere in un futuro in cui magari vi troverete un robot come coinquilino. Ok, ora, potreste anche mettervi a ridere e dire: "Si ma che cavolata è un robot che profuma?". Ma la questione è un’altra: non è solo tecnologia, è filosofia, è etica.

E quindi? Qual è il primo profumo di una donna-robot? Gli inventori sganciano qualche hint: "Smoky, metallico, con note che ricordano la Grecia e l’Australia, i due luoghi di nascita". Insomma, in ScentDia, l’olfatto diventa uno strumento per creare un’identità robotica che si fa sentire senza invadere i nostri spazi sociali o confondersi con la nostra identità.

Il robot sarà esposto al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci fino al 2 marzo 2025, quindi se siete siete curiosi, potrete sentire voi stessi… il suo profumo.

Cover Credit: UNSW

 

Autrice: Francesca Tortini

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