Carlo Cracco si è inventato la SUA cotoletta alla milanese. Senza cotoletta.
Si chiama “Milano che avanza” ed è una cotoletta fatta con pane raffermo. Letteralmente. Pane ammollato in brodo di ossa e scarti vari, poi fritto in burro e olio. Zero carne, tutto concetto. In un video di ItaliaSquisita, registrato al Ristorante Cracco in Galleria a Milano, lo chef e il suo braccio destro, Luca Sacchi, hanno mostrato il procedimento per preparare il piatto. Che – ricordiamolo – non è una novità, ma grazie a questo video dettagliato sta tornando a far parlare si sé.
“Milano che avanza è una cotoletta di recupero che vuole omaggiare nel nome questa città che guarda sempre in avanti. Per questo piatto abbiamo cercato di trasmettere l’idea della cotoletta, quindi della tradizione lombarda, ma attraverso una nuova versione. Giocandoci un po’“, ha spiegato Cracco. “Abbiamo usato il pane che avanza, tutti ne hanno in casa, per dar vita a un piatto di recupero in ottica antispreco e la sfida è stata incorporare il sapore della carne all’interno del pane“.
Il procedimento
Come mostra Sacchi nel video, prima si prepara prima il brodo di carne, facendo rosolare gli scarti con burro e salvia a fuoco vivo. Questi vanno poi passati in uno schiacciapatate, così da tirare fuori il best gusto e i succhi. Si prende il pane, che dev’essere di recupero quindi bello secco, e si bagna nel brodo. Si prosegue impanando il pane imbevuto in farina, uovo sbattuto e fiocchi di pancarré passati al setaccio, e poi si frigge in olio d’oliva e burro. Non è finita: si prende infine la cotoletta fritta e si puccia ancora un po’ nel brodo, allungato con aceto e vino. Vabbè, beccatevi il video va’:
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I commenti del web
Il web, com’era prevedibile, è esploso come una padella con troppo burro. “Ma è un pezzo di pane fritto, dai seri”, “Giusto a Milano può trovare spazio ‘sta roba”, “La bruschetta del secolo”. Ma va detto: Cracco non l’ha pensata come la cotoletta della mensa. È un piatto da degustazione, parte di un percorso che vuole essere riflessione gastronomica, storytelling, sostenibilità, e tutte quelle parole che danno senso ad una cena stellata. Che ne dite?
Cover Credit: ItaliaSquisita