
Care imbruttite, basta dress, code, tacchi, trucco waterproof e l’ansia da outfit sbagliato: ora si esce in felpone e tutone, senza che nessuno abbia nulla da ridire. E soprattutto: niente uomini tra i piedi. Benvenute nel fantastico mondo delle serate Only Women, cioè discoteche piene solo di cromosomi XX.
Che stanno avendo un successone pazzesco.
Cosa sono le serate Only Women
Niente più tizi appiccicosi che ti tampinano anche quando fai finta di essere al telefono. Niente risse da bar per la gelosia. Niente spray al peperoncino pronto nella borsetta. Solo donne, solo good vibes. E se vi viene il dubbio: sì, è tutto vero. Anche il trucco è opzionale. Si puà uscire struccate, spettinate e felici, come a casa, ma con la musica giusta e le amiche giuste. Easy life.
Una delle serate più famose si chiama Lick, si fa a Londra e va sold out ogni volta, manco fosse il concerto di Beyoncé. Ma ormai il format ha spopolato ovunque: New York, Parigi, Brisbane, Roma, sempre con la stessa regola: solo donne.
Hai accesso alla serata, quindi, solo se ti identifichi come tale, ergo spazio anche al mondo queer. Insomma, zero testosterone, 100% libertà. Si inizia presto, tipo 18/19 (che già suona benissimo), e alle 22 si chiude tutto. Così alle 23:59 sei già in pigiama a letto, con un infuso e Netflix, altro che after e mascara sbavato. Ideona top anche per le mamme, che con i pargoli non c'hanno sbatti di cominciare la serata alla una di notte.
Musica? Le hit anni ’80, ’90, primi 2000: quelle che cantavi in cameretta gridando come se fossi al Festivalbar, ma che nei locali normali non osi intonare per paura dello sguardo giudicante del solito tipo in camicia con la polo sulle spalle.
Il motivo del successo
Queste serate nascono da una necessità reale: avere uno spazio sicuro, dove puoi essere te stessa senza dover difendere ogni millimetro del tuo corpo o spiegare perché non vuoi essere disturbata. Quindi sì, il tema è serio. E comunque, come diceva Cyndi Lauper negli anni Ottanta: "Girls just want to have fun". Magari pure in tuta.
Autrice: Martina Gallazzi
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