
Altro che paese di santi, poeti e navigatori. Oggi l’Italia è ufficialmente anche un paese di imprenditori con la I maiuscola. Siamo arrivati a sfiorare quota 5 milioni di imprenditori e imprenditrici, con una crescita del 16% rispetto al 2001. Allora erano “solo” 3,7 milioni. Oggi? Il Belpaese è leader in Europa per tasso di imprenditorialità, con 21 imprenditori ogni 1.000 lavoratori.
A dirlo è Verum Partners, come spiega il CEO Fabrizio Piccoli:
"L’Italia si conferma una terra ricca di persone geniali e intraprendenti. Chi fa impresa, però, deve superare ostacoli e difficoltà e va perciò sostenuto e supportato".
Donne e PMI
Non solo maschi Alfa: le donne imprenditrici sono sempre di più: si passa da un timido 23% nel 2000 a un solido 30% oggi. Ancora poco, ok, ma si va migliorando. Lentamente eh, ma si va migliorando.
Le piccole e medie imprese in Italia non sono solo numerose: impiegano il 76% degli addetti nazionali. Tradotto: senza le PMI, l’economia italiana va a farsi un bel giro sul raccordo in ora di punta. E anche sul fronte valore aggiunto, siamo messi bene: 63% contro la media europea del 56%. Quando si dice saper fare con poco.
Startup? Bene, ma non benissimo
E qui arriva il “però”: sulle imprese innovative c’è ancora da pedalare. Con 234 startup ogni milione di abitanti, battiamo la media europea (180), ma siamo ancora dietro a UK (406), Germania (386), Francia (253) e ciaone proprio all’Estonia con i suoi 865. Quelli sì che si svegliano la mattina con l’algoritmo in testa.
Secondo Verum Partners, l’imprenditore italiano medio lavora 41 ore a settimana – mica le solite 36 ore da contratto standard. E il 10% si fa solo una settimana di vacanze l’anno. "Imprenditori e imprenditrici sono una risorsa straordinaria per il nostro paese, che purtroppo spesso viene sottovalutata”, aggiunge Piccoli. "Sono persone coraggiose e determinate che vanno accompagnate nel faticoso e impegnativo compito di creare valore e ricchezza per il paese e le comunità".
Peccato che, quando si tratta di fare impresa facilmente, l’Italia si piazza 58ª nel mondo. Non esattamente da braghe corte, considerando che parliamo delle grandi economie. Qualche nota positiva però c’è: 28° posto per la facilità di avviare una nuova attività. Tradotto: partire si può, resistere è l’impresa vera.
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