
Milano cambia pelle, anche sotto le lenzuola. Ma non quelle di casa: quelle degli hotel, che diventano sempre più di lusso. Mentre i due e tre stelle spariscono come i posti auto in centro, i quattro e cinque stelle spuntano come coworking in zona Isola, e i prezzi vanno di conseguenza.
Una camera doppia in un 5 stelle costa in media 842 euro a notte. Un tre stelle, che una volta era la normalità, è sceso a 201 euro di media. A dirlo un report bello serio firmato da World Capital Group, che ha passato al setaccio tutta l’offerta di Milano. E il risultato è chiaro: la città punta ai clienti altospendenti. Anzi, altospendenti forti.
L'avanzata dei 5 e 4 stelle
Nel 2018 erano 30. Oggi sono 33 hotel a cinque stelle, con 3.273 camere totali, pari all’11,7% dell’intera offerta cittadina. La camera più cheap costa 400 euro, la più cara 3.552 euro (e parliamo solo di doppie, le suite non le vogliamo nemmeno sapere). Il record? Il Principe di Savoia, che da solo arriva a 301 camere.
La vera esplosione però è nei quattro stelle, che oggi sono 176 strutture per 17.691 camere, cioè oltre il 63% dell’intera offerta. Prezzo medio: 274 euro a notte, ma si va da 90 a 1.100 euro. La media delle stanze è di 103, la più grande ha 331 camere, la più piccola solo quattro (per chi cerca la privacy o ha problemi con la gente).
Due e tre stelle, questi sconosciuti
I 137 hotel a tre stelle rappresentano ancora il 31% del totale, ma contano sempre meno: 5.536 camere e una media di 201 euro a notte, con un minimo di 90 euro e un massimo di 663. Insomma, il classico compromesso qualità/prezzo, ma in un mercato dove la direzione è sempre più su.
I due stelle sono rimasti in 55, con 825 camere e un prezzo medio di 133 euro. Gli uno stella sono solo 37 strutture, per un totale di 642 camere, a 118 euro in media. La Milano cheap è ormai roba per nostalgici o coraggiosi.
Chi comanda davvero
Dietro questo restyling alberghiero c’è anche un cambiamento strutturale: i fondi immobiliari puntano solo sul lusso. Degli immobili destinati a hotel, 35 su 36 di proprietà degli istituzionali sono quattro o cinque stelle. A investire ci sono anche banche, enti, catene internazionali e player locali: ma tutti con la stessa strategia. Altospendenti o niente.
E mica solo per gli hotel. Anche gli affitti brevi vanno nella stessa direzione: solo case in centro, palazzi storici, vibe internazionale. La Milano del turista in cerca del monolocale con la moka sul fuoco e la vista sui binari della metro è ufficialmente chiusa per ristrutturazione.
Il report tira fuori anche i voti medi delle strutture su Booking:
I cinque stelle viaggiano su 8,88 su 10, con i gestiti dagli istituzionali che toccano quota 9,01. I quattro stelle scendono a 8,36, i tre stelle a 7,92, i due stelle a 7,12. Insomma: più spendi, più sei contento. Strano, eh?
Cosa arriva nei prossimi anni? Lusso, ovviamente
Se pensavate che il mercato si fermasse qui, sbagliato. Tra il 2025 e il 2026 sbarcheranno nuovi colossi dell’hospitality:
. Rosewood Palazzo Branca in via Borgonuovo (70 camere)
. Six Senses in via Brera 19
. JK Place in via Borgospesso
. Il restyling del Palazzo delle Stelline in corso Magenta
. Il Soho House nell’ex Cinema Arti in via Borgogna
E, attenzione, un hotel di lusso nei portici di Piazza Duomo, dove prima c’era la Mondadori. La Siam (Società Incremento Alberghiero Milano) si è aggiudicata il bando per gestire lo spazio per 36 anni, con un canone annuo da 4 milioni e 55mila euro. Tradotto: anche solo per pareggiare i conti, il pernottamento lì partirà da “tanto, grazie” in su.
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