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insalata

Sempre sia lodata l'insalata in busta, che ci salva pranzi e cene, che ci fornisce l'apporto necessario di verdure e acqua, riducendo al minimo i nostri sbatti. E che soprattutto adesso, in questa estate rovente, rappresenta il 70% della nostra alimentazione (dati inventati da noi, ma credibilissimi).
Apri, versi, condisci, se vuoi arricchisci, e via.

Minima spesa, massima resa.

E così pazienza se l'insalata in busta costa 5 volte di più di quella sfusa.
Qualcuno vuole rinunciarci? Noi no di sicuro.

Cosa dicono i dati

Come riporta Gambero Rosso, nel 2024 il comparto ha registrato vendite per 1,085 miliardi, pari a 157mila tonnellate di prodotto. Quindi confermiamo, l'insalata in busta è molto apprezzata, e stica se costa di più.

Perché sì, costa di più.

Un cespo di lattuga fresco costa meno di 2 euro al chilo, mentre la nostra adorata busta da 100 grammi arriva serenamente a un euro, cioè cinque volte di più. Come però ci rivelano i dato NielsenIQ per Unione Italiana Food, non ce ne può fregare di meno. Nel solo periodo gennaio-maggio 2025, le vendite hanno già superato i 440 milioni di euro. Vuoi mettere lo sbatti di dover lavare e tagliuzzare il cespo? Ci pesa troppo il culo dai.

Ma cosa piace di più?

Pare stiano spaccando le insalate monovarietali (+6%), quindi - per dire - total lattughino, mentre stanno calando di poco quelle miste (-2,9%). Piacciono molto anche le verdure pronte da cuocere, con un +5,7%.

Cosa ci insegnano questi numeri? Che se possiamo rinunciare ad un minimo sbatti, pagando qualcosina di più, siamo sempre in pole position.

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