Premessa: non è che ci piaccia dare notizia delle difficoltà economica di Chiara Ferragni eh. Però l’andazzo del business dell’influencer post Pandoro Gate è sicuramente un tema: dallo scandalo Ferragni non si è più ripresa, nonostante gli innumerevoli colpi di scena e rimpastoni delle sue aziende.
La situazione è questa: il 2024 si è chiuso con un bel segno meno davanti ai conti della Tbs Crew, società fondata da Chiara Ferragni. Secondo i dati riportati da Affari&Maranza, il bilancio 2024 di Tbs Crew – con sede in piazza Cavour a Milano – fa registrare una perdita secca da 2,2 milioni di euro, su un fatturato ridotto all’osso: poco più di 1 milione di euro (1.011.837 euro per l’esattezza). Se vi sembra poco rispetto all’anno precedente, avete ragione: nel 2023 i ricavi superavano i 17 milioni di euro. Tradotto: un calo del 94%.
Da utile milionario a rosso fisso
Nel 2023 Tbs Crew chiudeva l’anno con un utile da 4,4 milioni di euro. Oggi, invece, siamo davanti a un buco da oltre due milioni. E no, non è un effetto ottico da bilancio, ma la fotografia – nitidissima – di un marchio in crisi d’identità (e di business). A peggiorare il quadro c’è il dato sulle entrate: la maggior parte arriva dall’estero, con 612mila euro. In Italia? Solo 379mila euro. A casa propria, insomma, il brand non tira più come una volta, e il post-Pandoro Gate si sente ancora tutto, dentro e fuori dai numeri.
Tbs Crew, Sisterhood & Co: chi controlla cosa
La Tbs Crew non è un’isola. È controllata al 100% da Sisterhood Srl, holding personale di Chiara Ferragni, che a sua volta gestisce anche Fenice Srl – la società dedicata ai prodotti a marchio Chiara Ferragni, per capirci zaini, eyeliner, scarpe glitter e simili. Nel gruppo c’era anche Fenice Retail, la società dei negozi fisici, ma è stata liquidata. Fine dei giochi anche lì, con le saracinesche abbassate e i punti vendita chiusi uno dopo l’altro. Non che Fenice Srl se la passi meglio: il 2024 si è chiuso con un altro bel rosso in bilancio, stavolta da 3,4 milioni di euro.
Il gruppo prova a guardare avanti (ma con prudenza)
Nonostante la tempesta, da parte del gruppo è arrivato un tentativo di rassicurazione. A giugno, in un comunicato, si legge:
“Per valorizzare correttamente l’attivo patrimoniale si è atteso la chiusura dei bilanci delle sue società partecipate. Il bilancio 2023 di Sisterhood è stato approvato di recente e chiude con un risultato positivo per 1 milione.”
Un po’ di verde in mezzo al deserto, insomma. Ma non basta a nascondere il fatto che l’intero sistema Ferragni stia attraversando una fase complicata, anche a livello di immagine pubblica, dopo i mesi difficili tra inchieste, crisi reputazionali e passi falsi comunicativi.
Sempre dal comunicato:
“Fenice è pronta a intraprendere una nuova direzione che avrà al centro l’innovazione e il rafforzamento della propria presenza digitale e fisica. Con un piano strategico di distribuzione che rivisita le modalità di vendita sia online che offline, il brand si prepara a offrire esperienze più mirate.”
Tradotto dal ferragnese: si prova a salvare il salvabile, riorganizzando e cercando di restare rilevanti.