Alzi la mano chi non ha mai sentito Brr Brr Patapin.
Ok, e ora alzi la mano chi non alzato la mano per fare finta di non aver mai sentito Brr Brr Patapin.
Se le parole Brain Rot non vi dicono nulla, allora siete davvero dei boomer senza speranza, ma siamo ottimisti e confidiamo che qualcuno di voi abbia già fatto lo splendido all’Ushuaia con la maglietta Shimpazini Bananini o stia per divorziare per colpa della tazza Espressona Signora. Anche perché ormai attorno al Brain Rot si è generato un bel giro di cash, che potrebbe aver fatto scattare il vostro Fatturation Checker.
Cos’è il Brain Rot
Partiamo dal nome: avete presente quando al semaforo di piazzale Accursio avete gridato “Vaaaaai! Rincoglionito!…”, ecco, da oggi in poi potete usare l’inglesismo Brain Rot, che ha più o meno lo stesso significato. E’ quella sensazione di vuoto, vertigine, spaesamento, che abbassa pericolosamente il livello di produttività dovuto al continuo bombardamento social. Avete presente no? Ore e ore di video di case che non comprerete mai, panini farciti, spezzoni di Ok Il prezzo è giusto, maranza che sgasano e alla fine avete la testa talmente in pappa che vi fate ghosting da soli. Brain Rot, marcio nel cervello: l’Oxford University Press l’ha scelta come parola dell’anno 2024, come a dire “il mondo è completamente rincoglionito per colpa di tutte queste cagate“. Vedete un po’ come siamo messi.
Da lì è partito un altro fenomeno, stavolta tutto italiano, perché quando c’è di mezzo il cazzeggio non ci batte nessuno. L’Italian Brain Rot è stato il trend social degli ultimi mesi, video di animaletti umanizzati o distorti con l’aiuto dell’AI, che cantano filastrocche nonsense anche un po’ inquietanti. Un mix di trash e genialità, uno zoo di mostriciattoli dai nomi infantili come Tralalero Tralalà (squalo con le Nike), Frigo Cammello Buffo Fardello (un non so cosa con il corpo di un frigorifero), Vacca Saturno Saturnita (mezzo mucca, mezzo pianeta Saturno) e un’altra miriade di creazioni firmate Made in Italy, che a loro volta hanno dato vita ad un universo di classifiche, mitologie, pantheon, e migliaia e migliaia di ulteriori contenuti inutili. Il rincoglionimento elevato al rincoglionimento per due.
Il Brain Rot diventa business
Ma…c’è un ma. Il risvolto positivo (per qualcuno) è che accanto a tutto questo marciume si è creato il business. Provate a digitare Italian Brain Rot su Amazon e vedrete come in pochissimo tempo sia riuscito a diventare il brand leader di mercato delle cagate. Cards, figurine, peluche, magliette, tazze, portachiavi, tutto generato in un istante dall’AI, e con un giro d’affari amplificato da un indotto di tutorial, content creators e manuali su come fare i soldi a colpi di Italian Brain Rot. Che l’AI ci avrebbe distrutti tutti lo sapevamo già, ma immaginavamo qualcosa tipo Terminator; e invece no, niente fine eroica, siamo talmente marci che basta un Pussini Sushini a farci fuori.
E allora, almeno facciamocela una risata. Beccatevi qualche Brain Rot a tema imbruttito (oh, se ci fate il cash, vogliamo la percentuale):
Gatti Matti zero sbatti
Un micio gigante con il corpo di una televisione che trasmette continuamente Temptation Island. Chi lo chiama per sapere com’è finita fra Rosario e Lucia viene denunciato per cat-calling.

Gin Gin Gin Gin Tofu
Un bicchiere di Gin Tonic con dei cubetti di tofu al posto del ghiaccio. Secondo quello che si dice su internet, va bevuto tutto d’un fiato, altrimenti il tofu nello stomaco si trasforma in una pasticca di Alka Seltzer.
Mollami ollami ollami ollami ollami
Una molla gigante con dei guantoni da box. Il suo spazio vitale è delimitato da un hula hoop che gira incessantemente, chi lo vìola viene colpito con violenza. Poi però ti invita a casa sua a Santa perché non vuole passarci da stronzo.
Scontrino scontroso
Metà sfogliato, metà specialty coffee, totale venticinque euro e cinquanta. Ha due reni al posto delle braccia, ma ogni volta che va a fare colazione in uno di quei posti che si vedono su Tik Tok ne perde uno.

Digi digi sempre ligi
Un computer con le braccia e le gambe che si digita da solo sulla tastiera, la faccia palesemente in burnout. Se vi ricorda qualcuno, tutto regolare.
Tari tari Tarillà
Un sacchetto della spazzatura cosparso di post-it con scritto SCADE TARI con la calligrafia di Beppe Sala. Scarpe infortunistiche ai piedi, orologio rotto e una buccia di banana al posto della testa. Sta per laurearsi in statistica applicata alle nanotecnologie.
Analogico tocca tocca
Un po’ cabina del telefono, un po’ telescrivente, un po’ fax e un po’ Enciclopedia dei Ragazzi. Ha smesso di lavorare cinquant’anni fa ma prende sempre la pensione, figa!
Casettina ina ina illalà
Una piccola piccolissima casetta che saltella felice sopra un prato di soldi. Aka l’unico monolocale sfigato che possiamo permetterci a 1500 euro al mese.
Autore: Il lettore snob