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Fedez e Lazza hanno venduto Boem a Leonardo Del Vecchio, che succede ora? Capiamo.

Con l’acquisto del 21,75% detenuto da Fedez e del 3% posseduto da Lazza, LMDV Capital diventa unico azionista di Boem.
3 Settembre 2025

C’è stato un momento in cui sembrava che gli hard seltzer – quelle bevande leggermente alcoliche, frizzanti e aromatizzate, esplose negli Stati Uniti – dovessero conquistare anche l’Italia. In quel vuoto di mercato si era infilato Boem, il marchio nato nel 2021 dall’idea di Fedez e Lazza: lattine colorate, eventi, tanto hype e la promessa di portare qualcosa di nuovo nel mondo del beverage. Oggi, però, la realtà è un pelo diversa: i due artisti non sono più soci, ma “semplici” ambassador del brand. A prendersi il pieno controllo della società è Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica e ormai bestie di Fedez, che tramite il suo fondo LMDV Capital ha acquisito il 100% delle quote.

Con l’acquisto del 21,75% detenuto da Fedez (tramite Zedef) e del 3% posseduto da Lazza (con JProject), LMDV Capital diventa unico azionista di Boem. I due cantanti, però, non spariscono dal progetto: continueranno a essere legati al marchio come ambassador in Italia, mantenendo quel legame con il mondo della musica e dell’entertainment che fin dall’inizio ha caratterizzato la comunicazione di Boem. L’idea di fondo è chiara: mettere il brand in mano a una realtà finanziaria solida, capace di gestirne lo sviluppo, e lasciare agli artisti il compito di fare quello che sanno fare meglio, cioè comunicare e creare immaginario.

Un marchio in crescita: numeri e strategie

Boem non è sparita, anzi. Dopo un 2024 dedicato a ricerca e sviluppo, marketing e riorganizzazione interna, il brand ha chiuso l’anno in linea con gli obiettivi del piano industriale. E i primi mesi del 2025 sembrano segnare la svolta.

«Il 2024 è stato un anno di consolidamento e investimenti mirati in ricerca e sviluppo, marketing e costruzione dell’organizzazione e, per questo – spiega l’azienda in una nota – si è chiuso con risultati in linea con il piano industriale, a fronte di importanti investimenti. Grazie a ciò, i primi mesi del 2025 hanno registrato una forte accelerazione: il fatturato quadrimestrale ha superato del 69% l’intero risultato 2024. A trainare la crescita sono stati il lancio di due nuove referenze, una nuova identità visiva del brand e una distribuzione più capillare sia nel segmento Horeca che nella GDO».

L’obiettivo dichiarato per il 2025 è quello di consolidare la presenza sul mercato nazionale, rafforzare la redditività e iniziare a muovere i primi passi concreti sui mercati esteri.

Dal boom mediatico alle difficoltà del mercato

Quando fu lanciata all’inizio del 2023, Boem cavalcava il trend internazionale degli hard seltzer. Negli USA il segmento era già una miniera d’oro, in Europa stava iniziando a crescere e l’Italia sembrava un terreno tutto da esplorare. L’operazione fu accompagnata da eventi, collaborazioni e una campagna mediatica imponente. Ma non tutto è andato liscio. Dopo il primo entusiasmo, il brand si è trovato davanti a un dato di fatto: il mercato italiano non era pronto a consumare hard seltzer come oltreoceano. Le abitudini di consumo restavano legate a vino, birra e cocktail più tradizionali.

Così, nonostante la forza mediatica di Fedez e Lazza, i risultati iniziali non hanno centrato le aspettative. Da lì la necessità di ripensare il progetto e rafforzarlo con nuovi capitali.

La visione di Del Vecchio: scommessa internazionale

Per Leonardo Maria Del Vecchio, però, Boem non è solo una scommessa sul mercato italiano. L’acquisizione arriva a pochi giorni dalla sottoscrizione, da parte di LMDV Capital, di una linea di finanziamento da 350 milioni di euro con Indosuez Wealth Management (gruppo Crédit Agricole). Un segnale di solidità finanziaria e, soprattutto, di ambizioni più ampie.

La partnership con Indosuez testimonia la fiducia in un modello di private capital capace di generare valore per il sistema economico italiano”, ha spiegato Del Vecchio. Un approccio che mira a dare respiro internazionale a marchi italiani con potenziale di crescita.

In questo scenario, Boem diventa un tassello strategico: un brand giovane, con una forte identità visiva e comunicativa, e con margini di sviluppo nei mercati esteri dove gli hard seltzer sono già consolidati.

Che ne pensate?

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