Tutti tranquilli: il Festival della Canzone Italiana non si muove da Sanremo. Dopo settimane di voci, trattative e possibili alternative, è arrivata la conferma ufficiale: l’accordo tra il Comune e la Rai è stato trovato.
«Dopo due giorni di proficuo e intenso lavoro, è stato raggiunto l’accordo tra Comune di Sanremo e Rai nell’ambito della fase negoziale relativa alla manifestazione d’interesse finalizzata all’individuazione del partner per l’organizzazione e la trasmissione del Festival della Canzone Italiana», fanno sapere da Viale Mazzini. La procedura non è ancora del tutto conclusa: nei prossimi giorni dovrà passare attraverso i canali istituzionali, compreso il Cda Rai del 18 settembre e, subito dopo, la Giunta comunale di Sanremo. Ma la strada è ormai tracciata e il via libera definitivo sembra solo una formalità.
Una trattativa lunga e complicata
Per capire come si è arrivati a questo punto bisogna fare un passo indietro. Tutto parte dalla sentenza del Tar della Liguria del dicembre 2024, che aveva dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai. Una mazzata che obbligava il Comune a indire una nuova manifestazione di interesse, confermata poi anche dal Consiglio di Stato a maggio.
Risultato: la Rai ha risposto come unico broadcaster, avviando un negoziato che è andato avanti tra scogli e paletti. In mezzo, anche l’ombra di altre città pronte a candidarsi, da Torino a Napoli, con piani B già pronti in caso di naufragio delle trattative (tipo il festival itinerante).
Tra i punti caldi del bando, spicca l’obbligo per il partner di riconoscere all’amministrazione comunale un corrispettivo minimo di 6,5 milioni di euro, oltre a una percentuale non inferiore all’1% sugli introiti pubblicitari. Non proprio poco, considerando il giro d’affari che il Festival muove ogni anno.
Ma non finisce qui. C’è anche una clausola piuttosto peso: il Comune potrà interrompere il rapporto con il broadcaster «senza costi, risarcimenti o indennità a carico dello stesso» nel caso in cui una o più edizioni del Festival registrino ascolti inferiori di 15 punti percentuali rispetto alla media delle ultime cinque edizioni. Sì ma che ansia.
Marchio vs. format: la disputa principale
La due giorni decisiva della trattativa ha visto una delegazione Rai power: Francesco Spadafora (Direttore Affari Legali e Societari), Williams Di Liberatore (Direttore Intrattenimento Prime Time), Davide Di Gregorio (Direttore Staff Amministratore Delegato), Paola Marchesini (Direttrice Coordinamento Iniziative Strategiche e responsabile ad interim della Direzione Staff del Direttore Generale Corporate) e Alberto Longatti (Direttore Risorse Televisive e Artistiche).
Per il Comune, invece, a guidare le trattative c’erano il sindaco Alessandro Mager insieme agli assessori Alessandro Sindoni ed Enza Dedali. Un tavolo lungo, fitto di carte, numeri e clausole, ma che alla fine ha portato al risultato atteso da tutti.
Uno dei nodi più complessi della trattativa ha riguardato lo sfruttamento del marchio “Festival della Canzone Italiana” (depositato dal Comune) e del format tv ideato dalla Rai. Due pezzi dello stesso puzzle che rischiavano di diventare inconciliabili.
Alla fine la quadra è stata trovata, evitando così che il Festival potesse cambiare casa. Perché sì, l’ipotesi di uno spostamento in un’altra città non era poi così remota, e già l’idea di un “Festival di Torino” o di un “Festival di Napoli” aveva acceso dibattiti e discussioni. Ma alla fine Sanremo resta Sanremo, anche per i prossimi anni.
L’accordo copre il triennio 2026-2028, con la possibilità di proroga. Nel frattempo, la prossima edizione del Festival è già calendarizzata: si terrà dal 24 al 28 febbraio 2026. Tutti carichi.