Skip to content
Gucci, Sunnei, Armani: cosa ci ha colpito di questa Milano Fashion Week / Successone (e polemiche) per Tea, l’app che recensisce gli ex / No vabbè, è uscita in streaming la nuova serie di “Occhi di gatto” con 12 episodi inediti FOTO / Il “miglior pasticcere del mondo” apre in Italia: Cédric Grolet arriva nel 2026 (speriamo a Milano) / Ah. Crescere un figlio in Italia costa 156 mila euro (+12% in due anni) / Vi sembra di lavorare all’infinito? Questo perché vi interrompono 275 volte al giorno / Può un panino essere sia healthy che ignorante? Spoiler: adesso sì. Flower Burger sfida il Milanese Imbruttito e si inventa il “Burger Imbruttito”: provare per credere / Le coppie in Lombardia sono tra le più felici d’Italia: ma davvero? / Sapete quanto smog respira un bambino a Milano? Spoiler: davvero troppo / È stata eletta la città più bella del mondo e no, sicuro non indovinate qual è / Gucci, Sunnei, Armani: cosa ci ha colpito di questa Milano Fashion Week / Successone (e polemiche) per Tea, l’app che recensisce gli ex / No vabbè, è uscita in streaming la nuova serie di “Occhi di gatto” con 12 episodi inediti FOTO / Il “miglior pasticcere del mondo” apre in Italia: Cédric Grolet arriva nel 2026 (speriamo a Milano) / Ah. Crescere un figlio in Italia costa 156 mila euro (+12% in due anni) / Vi sembra di lavorare all’infinito? Questo perché vi interrompono 275 volte al giorno / Può un panino essere sia healthy che ignorante? Spoiler: adesso sì. Flower Burger sfida il Milanese Imbruttito e si inventa il “Burger Imbruttito”: provare per credere / Le coppie in Lombardia sono tra le più felici d’Italia: ma davvero? / Sapete quanto smog respira un bambino a Milano? Spoiler: davvero troppo / È stata eletta la città più bella del mondo e no, sicuro non indovinate qual è
CONDIVIDI:
Link copiato!

Successone (e polemiche) per Tea, l’app che recensisce gli ex

Ecco un altro upgrade digitale di quello che un tempo erano chiacchiere da bar: lo sputtanamento dell'ex
29 Settembre 2025

C’erano una volta il passaparola tra le amiche, gli sfoghi post-rottura (e rotture) e le serate di lacrime davanti a un bicchiere di vino o a una vaschetta di gelato. Poi sono arrivate le app e i pettegolezzi sugli ex fidanzati sono diventati vere e proprie recensioni, con tanto di stelle, commenti ed emoji incazzate.

Bel sorriso, ma ghosta alla prima discussione
4 stelle: mi ha spezzato il cuore, ma mi ha presentato al suo cane
Attenti a Gianmaria: super carino ma sparisce dopo il terzo appuntamento
Ludovica: simpatica, ma ha tre identità su Tinder”.

Le recensioni amorose stanno diventando un genere letterario a sé, a metà fra un diario segreto reso pubblico e un feuilleton d’altri tempi. Se però il primo impatto è divertente, a ben vedere c’è anche un risvolto un po’ inquietante… quando non penalmente rilevante, quindi occhi aperti!

L’app Tea, tra pettegolezzo e autodifesa

Negli Stati Uniti Tea Dating Advice è stata un vero successo: roba che in due settimane è diventata la numero uno nella categoria “Lifestyle” di App Store con quasi un milione di download. Non è solo una vetrina di ex pentiti o un confessionale di cuori infranti: Tea si presenta come uno strumento di sicurezza per le donne, perché le utenti non solo possono accedere – previa verifica con selfie e intelligenza artificiale – e lasciare recensioni anonime su uomini con cui sono uscite, ma possono anche caricare foto, inserire nomi, lasciare avvisi personalizzati… in pratica, un’evoluzione dei gruppi Facebook tipo “Are We Dating the Same Guy?” ma con un’interfaccia patinata e un solido algoritmo al posto del passaparola.

Dietro Tea c’è una storia particolare: il fondatore Sean Cook (ex manager di Salesforce) ha creato l’app dopo che sua madre era rimasta vittima di catfishing e truffe sentimentali. Per questo Tea non è solo un social degli amori finiti male, ma soprattutto un mezzo per verificare precedenti penali, fare reverse image search e consultare database di molestatori sessuali. Secondo gli sviluppatori, avrebbe già aiutato oltre 1,7 milioni di donne. Tutto molto bello, finché non è arrivata la nota dolente. A luglio, alcuni utenti di 4chan hanno trovato un database collegato a Tea contenente selfie e documenti d’identità delle iscritte. Boom: l’app nata per proteggere si è trasformata in un caso da manuale di violazione della sicurezza.

Tea vs TeaOnHer

Ovviamente, i maschi alpha non sono rimasti a guardare e hanno messo a punto il contrattacco: TeaOnHer, lanciata da una piccola società chiamata Newville Media, versione maschile dell’app originale. Stesso concetto, ma ruoli invertiti: uomini che recensiscono donne, con tutto il corredo di stellette, commenti e descrizioni. Una guerra dei Roses 2.0. Anche in questo caso l’app è finita al centro di uno scandalo sulla gestione dei dati: selfie e documenti personali accessibili pubblicamente, email non criptate, perfino le credenziali degli amministratori lasciate sul server.

In principio fu Lulu

Tra le app più chiacchierate per sputtan… ehm, per recensire gli ex c’è Lulu, app lanciata ormai diversi anni fa che permetteva alle donne di recensire in forma anonima gli uomini con cui erano uscite. L’algoritmo proponeva categorie surreali ma divertenti: “#mamma’sboy”, “#nonrisponde”, “#regaladettagli”, “#baciabene”. Il tutto con tanto di rating… ma ovviamente zero consenso da parte degli uomini coinvolti. I profili “valutati” venivano generati automaticamente a partire dagli account Facebook e i diretti interessati non potevano difendersi. Non è andata meglio ad altre app simili – da Peeple (definita dai critici come “Yelp per le persone”) a ExRated – che nel tempo si sono scontrate con una valanga di polemiche, chiusure forzate e immancabili denunce per violazione della privacy.

Se già sui social ogni post è un potenziale caso giudiziario, immaginate che cosa possa succedere quando si entra nel territorio minato della reputazione personale. Secondo il GDPR – il Regolamento europeo sulla protezione dei dati – le opinioni che riguardano una persona identificabile (tipo: “il mio ex, Mario Rossi, ce l’ha piccolo e non lava i piatti”) sono dati personali sensibili. E no, non basta dire che è “uno sfogo privato”: se lo metti su un’app pubblica è pubblico, eccome! Il fatto che le piattaforme non chiedano il consenso delle persone recensite equivale, in termini legali, a costruire senza permesso una vetrina digitale della loro vita privata. E certo nessuno vuole che la propria vita sessuale e sentimentale si trasformi in un e-commerce (peraltro, non retribuito!).

In definitiva: la tentazione è forte, fortissima, ma è meglio resistere e optare per una sana e lacrimevole telefonata fiume con un amico!

CONDIVIDI:
Link copiato!