Eskilstuna, cittadina industriale a un centinaio di chilometri da Stoccolma, non è un posto qualsiasi. Nel 2015 qui è nato ReTuna, il primo centro commerciale al mondo dove si compra soltanto riciclato o di seconda mano. L’idea, partita anni prima dall’amministrazione locale, era chiara: trasformare un territorio segnato dalla produzione industriale in una capitale del consumo circolare.
Il progetto è stato finanziato con 7,5 milioni di euro pubblici, che hanno permesso di costruire una stazione ecologica e riadattare un vecchio capannone. I cittadini possono conferire oggetti rotti o dismessi: ciò che si può riparare viene rimesso in vendita. E così, accanto a scaffali di libri e giocattoli, compaiono arredi vintage, abiti e persino elettronica rigenerata.

Dallo scetticismo ai numeri record
All’inizio non era una scommessa sul profitto ma sulla fattibilità. Eppure i dati hanno sorpreso tutti: 6mila visitatori nei primi giorni, oltre 250mila ingressi nel primo anno, saliti a 360mila nel 2024. Oggi sotto lo stesso tetto convivono 22 attività, che hanno creato più di 80 posti di lavoro.
Dal 2019 i conti sono in positivo, con piccoli utili. E non solo: il centro ha ottenuto un posto nel Guinness dei primati, diventando un punto di riferimento internazionale per chi guarda a nuovi modelli di retail.
Ikea e il boom dell’usato
La svolta è arrivata nel 2020, quando Ikea ha deciso di sperimentare proprio qui il suo primo negozio di mobili usati. Nel giro di un anno sono stati recuperati oltre 30mila prodotti che sarebbero finiti tra i rifiuti. Un’operazione che ha consolidato l’immagine di ReTuna come laboratorio globale di innovazione sostenibile. Oggi la stima è che il centro eviti 4mila tonnellate di CO₂ l’anno, equivalenti a circa 500 giri della Terra in automobile.
Ma ReTuna non è soltanto un luogo di shopping alternativo. Al suo interno si organizzano conferenze, corsi di riciclo creativo e laboratori di riparazione, aperti a tutte le età. Dal 2018 è attivo un percorso formativo in recycle design rivolto ai giovani, affiancato da progetti didattici per i bambini.
Il direttore Simon Glimtoft insiste su un punto: il centro vuole apparire moderno, ordinato, piacevole. L’obiettivo è dimostrare che sostenibilità e qualità estetica possono convivere, senza cedere all’idea che riciclato significhi trasandato.

Un modello che ispira l’Europa
Il caso Eskilstuna ha fatto scuola. In pochi anni oltre 25 delegazioni ufficiali di Paesi diversi hanno visitato la struttura per capirne i segreti, con una media di 120-140 visite di studio ogni anno. Alcuni governi hanno già lanciato progetti simili:
- in Norvegia, nel 2020, è nato Resirkula nella città di Hamar;
- in Finlandia, nel 2022, un centro sperimentale a Helsinki offre laboratori di riparazione assistita;
- nei Paesi Bassi, dal 2019, è attivo un programma nazionale per i centri artigianali circolari;
- nel Regno Unito, a Londra, nel 2023 è stato inaugurato uno store che riunisce vari negozi non-profit di seconda mano.
Un decennio di circolarità
Nel 2025 ReTuna festeggia i suoi primi dieci anni e dimostra che una logica diversa di consumo è possibile. Non si tratta solo di un centro commerciale, ma di un esperimento urbano che unisce economia, ambiente e comunità.
E mentre molti mall tradizionali arrancano, tra serrande abbassate e catene che faticano a sopravvivere, in Svezia lo shopping circolare ha già trovato la sua casa. Chapeau!