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Livello di stress? Milano. Un giovane su tre dichiara di soffrire di ansia

A Milano abbiamo parecchi motivi di stress: dal parcheggio che non si trova, ai monolocali che costano quanto un attico a Dubai, alle 700 riunioni giornaliere, ai 40 caffè in corpo che non aiutano. L’ansia è diventata un mood, una presenza costante nella vita, quasi rassicurante, possiamo dirlo? Ecco, però anche meno. Secondo l’ultima indagine […]
13 Ottobre 2025

A Milano abbiamo parecchi motivi di stress: dal parcheggio che non si trova, ai monolocali che costano quanto un attico a Dubai, alle 700 riunioni giornaliere, ai 40 caffè in corpo che non aiutano. L’ansia è diventata un mood, una presenza costante nella vita, quasi rassicurante, possiamo dirlo? Ecco, però anche meno. Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, più di un milanese under 40 su tre (36%) ha indicato l’ansia come stato d’animo predominante dell’ultimo anno. E non parliamo di un po’ di agitazione da riunione o da primo appuntamento: qui si parla di un’epidemia silenziosa che sta colpendo sempre più ragazzi e ragazze, schiacciati da un presente caotico e da un futuro che, diciamocelo, fa un po’ ca*are sotto.

Subito dietro all’ansia arriva la preoccupazione (33%), che non è molto diversa ma è focalizzata su uno sbatti più specifico, mentre emozioni come la felicità (31%) e la speranza (24%) arrancano in fondo alla classifica. Il 32% dichiara addirittura di avere uno stile di vita “stressante”, come se ci fosse bisogno di un sondaggio per scoprirlo: tra il lavoro, il traffico, gli affitti folli e la paura di non farcela, non serve Freud per capire che i milanesi vivono perennemente in modalità “ansia on”.

Per la serie: “ditemi qualcosa che non so”.

Lo stress non fa bene

Il dato che fa più riflettere è che per il 77% degli intervistati, proprio ansie e preoccupazioni sono considerate la principale minaccia alla salute. Più del junk food, del fumo o delle nottate passate a scrollare TikTok fino alle 2. E infatti solo la metà dei giovani milanesi (50%) giudica il proprio stato di salute psicologica “buono” o “ottimo”, mentre quasi uno su cinque (18%) lo definisce “scarso” o “pessimo”.

E quando non bastano il pilates, i weekend detox o i viaggi a Bali per “ritrovare sé stessi”, si va dallo psicologo: il 28% dichiara di farlo almeno una volta al mese. E per forza.

Come si fa a rallentare?

C’è però una parte positiva: nonostante tutto, i milanesi under 40 hanno voglia di stare meglio. Il 63% sogna uno stile di vita più salutare, il 49% più equilibrato, e quasi la metà (48%) ne vorrebbe uno più lento e rilassato. Rilassato? What does it mean?

Nel futuro, il 52% dice che dedicherà più tempo a sé stesso, e il 49% alle relazioni e alla vita sociale. Com’è che ‘sto futuro però non arriva mai?

Che poi la vera angoscia riguarda proprio il futuro: il 49% degli under 40 ci pensa quasi ogni giorno, spesso con lo stesso entusiasmo con cui si pensa al bollo auto. Tra le preoccupazioni più grandi spiccano:

  • il costo della vita (53%), che a Milano ormai è una disciplina olimpica;
  • il mercato del lavoro (38%), sempre più instabile e competitivo;
  • la stabilità economica del Paese (37%), che non è esattamente sinonimo di serenità.

E mentre uno su quattro (26%) teme anche per la sanità pubblica, c’è chi, guardando più in là (ai prossimi 20 anni), mette in cima alla lista delle ansie anche il cambiamento climatico (42%). Che però, anche a distanza di due decenni, non batte il caro vita (46%): segno che il portafoglio continua a preoccupare più del pianeta.

Il sogno? Stare bene, dentro e fuori

Alla fine, i desideri dei giovani milanesi si riassumono in tre parole: stabilità, salute e serenità.
Il 64% punta alla buona salute fisica, il 59% al benessere psicologico, e sempre il 59% alla stabilità economica — cioè riuscire a pagare l’affitto senza dover rinunciare al brunch della domenica.
Molto più in basso nella scala delle ambizioni: mettere su famiglia (42%) e sfondare nella carriera (40%). Forse perché oggi “fare carriera” non basta più, se poi ti ritrovi a 35 anni con il conto in rosso, la gastrite da stress e l’abbonamento annuale allo psicologo. O no?

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