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Queste sono le 8 frasi tossiche che la gente dovrebbe evitare di dire al lavoro

Non che siano particolarmente offensive, ma non risolvono certo i problemi. Anzi, spesso le peggiorano
28 Ottobre 2025

Uno studio Babbel svela le espressioni che generano più stress e malumori in ufficio. I più incontenibili? Pare le nuove generazioni, ma posso dire che ho sentito esagerare persone di tutte le età e di fronte a certe espressioni, c’è poco da fare: ci si rimane di m***a ed è fatica deglutire un bel vaff…

Certo, tra email che non finiscono mai anche a causa dello smartphone, call infinite e noiose e deadline che piovono come grandine, un po’ di tensione sul lavoro è normale, ma i problemi sorgono soprattutto a causa di coloro che, magari proprio per la tensione, diventano verbalmente incontinenti e cominciano a sproloquiare. Lo dice una recente indagine di Babbel for Business in collaborazione con Censuswide, che ha analizzato l’impatto del linguaggio sul clima lavorativo in Italia. E il risultato è chiaro: le parole contano… caz*o se contano!

Quasi un italiano su due (46%) ammette di aver usato, almeno una volta, toni o frasi fuori luogo sul lavoro in momenti di forte stress. E il dato cresce vertiginosamente tra i più giovani: 75% della Gen Z e 65% dei Millennial, contro il 47% della Gen X e solo il 32% dei Baby Boomer. Insomma, più sei giovane, più è probabile che tu non riesca a gestire l’ansia, tanto meno con le parole!

Le 8 frasi da bannare dalla chat aziendale (e non solo)

Dalla ricerca sono emerse le otto espressioni più tossiche da cui tenersi alla larga se si vuole mantenere un clima sano in ufficio. Ecco quali sono – e perché fanno danni.

“Ho brutte notizie”
Leader indiscusso dell’ansia lavorativa. Il 31% degli italiani dice che solo sentirla fa venire un nodo allo stomaco. Forse per il tono tragico, forse per l’effetto suspense da film thriller (senza lieto fine).

“Dobbiamo parlare”
Se ve lo dice il partner vi cominciano a tremare i polsi; se ve la dicono al lavoro subito nella mente appare una scritta lampeggiante: “richiamo del capo”. Il 39% dei Millennial la vive come un colpo basso emotivo. Comprensibile.

“Mi aspettavo di più da te”
Tra i giovanissimi è la più velenosa: il 37% della Gen Z la indica come la frase più devastante. Il messaggio sottinteso? “Hai deluso”, senza se e senza ma.

Ma non finisce qui. Ci sono anche quelle frasi che, dopo averle pronunciate, fanno venire voglia di tornare indietro nel tempo con il tasto rewind.

“Non è il mio lavoro”
Detta magari per proteggere il proprio ruolo, comunica però disinteresse e poca voglia di fare squadra. Il 33% dei lavoratori la ritiene una delle frasi più controproducenti in assoluto.

“Fai sempre degli errori”
Un attacco diretto che demoralizza e riduce l’autostima. Il 31% degli intervistati vorrebbe sostituirla con un più costruttivo: “Ecco che cosa possiamo migliorare”. Giusto! In fondo il rinforzo positivo funziona anche con i cani.

“Non me ne importa nulla”
Boom. Una bomba sul clima aziendale. Per il 30% degli italiani, sentirla equivale a lavorare con chi ha già mollato la presa (e forse anche l’interesse).

“Abbiamo sempre fatto così”
Classico freno a mano dell’innovazione. Il 27% la percepisce come una pietra tombale su ogni tentativo di cambiamento.

“Non ho tempo”
Ultima ma non meno temuta: per il 25% è la frase che chiude le porte al dialogo e alla collaborazione, trasformando ogni confronto in mission impossible.

Quando le parole fanno danni

Oltre l’80% degli italiani intervistati riconosce che un linguaggio negativo peggiora il benessere in azienda. Ma in che modo?

  • Motivazione e soddisfazione ne risentono per il 71% degli intervistati
  • Le relazioni tra colleghi si incrinano secondo il 70%
  • La comunicazione chiara e assertiva va in crisi per il 66%

E c’è di più: lo stress linguistico non si ferma alla lingua madre. Il 58% degli italiani ammette di commettere più errori in lingue straniere quando è sotto pressione. Il risultato? Frustrazione, insicurezza e un crollo della fiducia in se stessi.

Come sottolinea Maren Pauli, responsabile della Didattica di Babbel for Business, “Le parole che scegliamo al lavoro hanno un impatto concreto sul benessere dei colleghi e sulla performance dei team”.

E allenarsi a usare il linguaggio in modo più consapevole – anche grazie all’apprendimento linguistico – può fare la differenza: meno stress, più empatia, clima migliore… meno rotture di co***oni.

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