A Porta Genova l’aria è tesa. E non per colpa dello smog, ma perché il 15 dicembre finisce ufficialmente il traffico ferroviario sullo scalo. Ciò significa che la storica stazione chiude e l’area intorno – quel fazzoletto di città incastrato tra via Tortona e il piazzale – entra nel grande girone delle riqualificazioni milanesi. Roba da slide patinate, rendering Photoshop e parole chiave come “rigenerazione”, “comunità”, “sharing”. Peccato che i residenti abbiano le palle girate.
Giovedì sera, nel centro Cam di via Scaldasole, si sono riuniti un centinaio di abitanti. Il mood? Una via di mezzo tra un’assemblea condominiale infuocata e un dibattito sulla sopravvivenza urbana. C’era il Comitato Navigli, i condomìni di via Tortona, gli irriducibili “misuratori di decibel” e gente incazzata.
L’allarme è chiaro: la movida che già oggi devasta le notti del quartiere potrebbe diventare ingestibile quando l’ex stazione verrà trasformata in uno spazio dedicato a eventi, coworking, installazioni, cibo, bevande e attività culturali.
Che dicono i detrattori
La portavoce del Comitato Navigli, Gabriella Valassina, non usa mezzi termini, come riportato da Repubblica: «Questo quartiere ha già tantissimi problemi irrisolti creati da una movida selvaggia e senza controlli. Nessuno del Comune si è degnato di incontrarci, e ora ci tocca pure preoccuparci del futuro di Porta Genova. Abbiamo visto solo un progetto provvisorio. Nessuna assemblea pubblica, nessun confronto. È inaccettabile».
Le slide mostrate durante la riunione – una specie di trailer del futuro – hanno fatto salire il livello di ansia. Cosa prevedono?
• Un’area per eventi temporanei, soprattutto moda e cultura.
• Installazioni e spazi per attività di quartiere.
• Una zona dedicata a cibo e bevande dentro l’ex magazzino.
• Un’area di coworking in sharing, per lavoro e meeting informali.
I residenti spiegano che oggi, semplicemente passeggiando tra Navigli e Tortona, si registrano 75-80 decibel di rumore. Tavolini che occupano ogni centimetro libero, ragazzi che stazionano davanti ai locali fino all’alba, controlli sporadici, Municipi che si rimpallano le responsabilità. Una situazione che va avanti da anni e che, secondo chi vive lì, non è più sostenibile.
E non è solo il Naviglio a protestare. I condomìni di via Tortona, da mesi in guerra legale con il famigerato Est Bar, raccontano di serate interminabili, gruppi di giovani che restano in strada fino alle quattro, e nuovi locali che continuano ad aprire come funghi. L’ultimo arrivo? Una hamburgheria che – dicono – ha alzato ulteriormente il livello di caos.
«Siamo ostaggio dei locali e la notte non dormiamo più», raccontano i residenti al quotidiano. «Le case si stanno deprezzando a causa della totale deregulation. Chiamiamo i vigili in continuazione, ma non cambia nulla».
Il punto dolente, ripetuto da tutti, è l’assenza totale di dialogo con Palazzo Marino. E infatti il Comitato Navigli annuncia una lettera-ultimatum indirizzata alla giunta: venite qui, parlate con noi, spiegate cosa avete in mente. Non dopo, non quando è già troppo tardi: ora.
L’unica certezza? Il 15 dicembre la stazione chiude davvero. E nel quartiere che “la notte non finisce mai”, tutti si preparano alle conseguenze. Chi con speranza, chi con paura, chi con un fonometro in tasca.









