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Tuffi in Darsena? Ecco cosa c’è da sapere sulla polemica che imperversa in città!

Multe e destra, multe a sinistra, e c’è chi ancora non si scoraggia. Il tuffo in Darsena s’ha da fare, se no che trasgressivo sei? Sembra uno di quei titoli stracciapalle da giornaletto estivo, eppure mentre la caldazza impervia e le menti svalvolano, c’è chi propone soluzioni per raffreddare i bollenti spiriti di coloro che […]

Multe e destra, multe a sinistra, e c’è chi ancora non si scoraggia. Il tuffo in Darsena s’ha da fare, se no che trasgressivo sei? Sembra uno di quei titoli stracciapalle da giornaletto estivo, eppure mentre la caldazza impervia e le menti svalvolano, c’è chi propone soluzioni per raffreddare i bollenti spiriti di coloro che cercano riparo nella frescura del Naviglio. Chi? Il consigliere comunale della lista civica legata al sindaco Noi, Milano, Enrico Marcora: il capo del club dei calorosi punta infatti a trasformare la Darsena e i Navigli in una piscina a cielo aperto con «balneazione regolamentata, magari solo nei weekend e in apposite aree ad orari prestabiliti» verso Porta Genova, senza creare disagi alla città. Palazzo Marino, in tutto ciò, storce il naso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’acqua dei Navigli è pulita, cari miei. Arriva dal Lago Maggiore, quindi nessun topo-gatto con le pinne e scarichi fognari all’orizzonte. L’acqua – utilizzata per l’irrigazione dei campi – parte limpida e cristallina per poi, una volta arrivata in città e riversatasi nella Darsena, diventare preda dei rifiuti della Movida. Prima degli esami microbiologici, dovremmo tutti farci un bell’esame di coscienza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un tuffo nell’acqua dei canali, ergo, non ha mai ucciso nessuno, schizzinosi compresi. Basti pensare alla storica gara di nuoto Cimento invernale inaugurata nel 1895 o la più recente Gran Fondo. Il vero problema, come sottolinea  il presidente della Canottieri, è la sicurezza e il fatto che ogni tanto ci dovrebbe essere un bagnino stile Baywatch pronto a salvare donzelle e nuotatori della domenica in difficoltà: «Sul quotidiano mi pare difficile si possa rendere la Darsena balneabile, prima di tutto per problemi di sicurezza dovuti sia alle correnti del Naviglio e alla mancanza di appigli e scalette di risalita, sia al letto dei canali e del porto che spesso, a causa della maleducazione di molti, diventa un deposito di bottiglie di vetro»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Va bene onorare l’antica vocazione di porto della città ma – come ricorda il presidente dell’associazione Amici dei Navigli, Empio Malara che non diventi una piscina a cielo aperto, per Nettuno! La Darsena, rimbecca Roberto Biscardini presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli, deve rimanere un luogo d’incontro e civiltà senza perdere di vista il cruciale e dibattutissimo tema della navigabilità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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E quindi i consiglieri si sono chiesti come sensibilizzare l’opinione pubblica e tirare acqua al proprio Naviglio. Presto fatto, con un bel tuffo in programma per lunedì 24. Niente di illegale specificano, solo una sorta di propaganda. Bene, ora andatelo a dire a chi in si è beccato un bel 150 euro di multa per lo stesso gesto. E voi, pro o contro?

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