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Il calcio, il business e la Cina: oltre a Paolo Sarpi c’è di più!

Parlare di calcio non è mai stato troppo nelle nostre corde, forse perché ne discutono già in tanti. Oppure semplicemente perché Milano si è Imbruttita pesantemente in un periodo non particolarmente brillante per le due squadre cittadine. Per questo motivo è sempre stato meglio stare un pochetto schisci ed evitare figure di emme. Il trascorrere di quest’estate fatta […]

Parlare di calcio non è mai stato troppo nelle nostre corde, forse perché ne discutono già in tanti. Oppure semplicemente perché Milano si è Imbruttita pesantemente in un periodo non particolarmente brillante per le due squadre cittadine. Per questo motivo è sempre stato meglio stare un pochetto schisci ed evitare figure di emme. Il trascorrere di quest’estate fatta di colpi di calciomercato, San Siro pieno ad agosto e speranze, ci ha fatto però ricredere. Perché non importa se sulla maglia accanto alle strisce nere c’è il rosso o l’azzurro, ogni volta che c’è da tenere alta la bandiera di Milano, l’Imbruttito c’è.

7_La Cina è più vicina che mai.

http://youtu.be/t8Erm5pGqoU

Altro che San Silo, goliardico sfottò inventato dai tifosi avversari. Le cordate cinesi che hanno acquistato Inter e Milan sembrano fare veramente sul serio. Investimenti pesanti, progetti ambiziosi e allenatori determinati. Il campionato cinese, nonostante le spese milionarie per ingaggiare calciatori occidentali a fine carriera, non è ancora ai livelli delle principali leghe europee. La Serie A potrebbe quindi aprirsi allo sterminato mercato cinese, riuscendo a fare un sacco di grano e a tornare grande. Sempre che non vendano troppe magliette tarocche (con scritto Donnalumma e Icaldi). Perché il pallone è rotondo, ma gli occhi sono a mandorla.

6_Il cash

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Come sa bene chi bazzica in Paolo Sarpi, i cinesi sono un popolo che ama saldare i propri debiti in contanti. In questo caso però, per gli anni a venire, arriverà a Pechino qualche bollettino simil Findomestic, viste le rateazioni e i finanziamenti. Fiumi di inchiostro e polemiche si sono scatenate a riguardo: Ilaria D’Amico, tanto per citarne una, ha fatto inc****e i vertici rossoneri, provocando pure un silenzio stampa alla prima di campionato. In ogni caso, nel pazzo mondo del calcio pare che le operazioni a debito siano all’ordine del giorno. E se sono investimenti va bene pure un prestito biennale con obbligo di riscatto e inizio a pagare quando il calciatore si ritirerà. ALL U CAN EAT.

5_L’invidia è una brutta bestia

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Qualche scherzetto alle squadre avversarie  è stato fatto. Il bravissimo allenatore Luciano Spaletti è passato dalla Roma all’Inter per grande felicità di Francesco Totti, nel frattempo diventato manager della Maggica. Proprio alla seconda di campionato una rimonta all’Olimpico (da 1-0 a 1-3), davanti agli occhi del Pupone,  ha fatto rosicare parecchio i tifosi della Lupa. Lato Milan poi è arrivato un certo Leonardo Bonucci, ex calciatore simbolo della Juventus, ora capitano dei rossoneri.

4_Passiamo alle cose formali

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L’hype è scattato a mille ad ogni acquisto annunciato dal Diavolo rossonero. E il CEO del Milan, Marco Fassone, non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione. Il suo «passiamo alle cose formali» è diventato presto un tormentone. Perché per i veri Imbruttiti, la firma sul contattino è un momento catartico. TAAC!

3_Le Wags

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Il calcio è bello, ma quello che ci gira intorno lo è altrettanto. Soprattutto la f**a. Già li sentiamo i moralisti, a sentenziare che le partner dei calciatori son attirate solo dal grano. In realtà di fronte a Wanda Nara, moglie e procuratore di Maurito Icardi, i social impazziscono (e gli ormoni pure). Se volete lustrarvi gli occhi cercate anche su Google Irene Gonzales Toboso, fidanzata del difensore milanista Musacchio, o Barbora Hroncekova, dolce metà di Skriniar (uno che di nome fa Milan, ma gioca nell’Inter). Lustratevi gli occhi. Guardare, non toccare e attivare il PARENTAL CONTROL.

2_Si cresce con le difficoltà

Quadrare il bilancio costa soltanto qualche rimpianto. Sponda Inter, sul mercato è mancato il grande nome. Moltissimi campioni (Di Maria e Vidal per dirne due) e giovani promesse (Shichk, poi tesserato dalla Roma) sono stati accostati alla maglia nerazzurra, senza che poi gli affari andassero in porto. A Casa Milan hanno cercato a lungo un top player in attacco. Prima Alvaro Morata, poi il tifoso milanista Belotti (che il Presidente del Torino Cairo ha blindato), ma soprattutto LUI, Il bomber del Borussia Dortmund Pierre-Emerick Aubumeyang. La sua voglia di tornare al Milan da star (ci era passato da giovanissimo) ha raggiunto l’apice su Instagam. In una diretta  social ha sognato di essere presentato dallo speaker di San Siro, l’Imbruttito Germano Lanzoni. CON IL NUMERO 7……..

1_Il derby della Madunina

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Il derby non può essere una partita come tutte le altre. Se sommiamo i trofei vinti da Inter e Milan, la nostra città primeggia anche in questo (36 scudetti, 12 Coppe Italia, 10 Champions League, 3 Coppe Uefa, 2 Coppe delle coppe, 5 Coppe Intercontinentali e 2 Mondiali per club). Non è un caso se San Siro è soprannominata la Scala del calcio. Su quel prato – tanto magico quanto delicato – hanno sempre dato spettacolo i più grandi interpreti del giuoco del calcio. Va sempre bene dire «io non ho cugini» per manifestare una forte rivalità stracittadina, ma se lo si fa ad alti livelli è tutta un’altra storia.

L’auspicio è che i sogni di gloria diventino realtà. In città c’è un gran bisogno di riascoltare la sigla della Champions League. L’ultima volta è stato per la finale tra le due squadre di Madrid ospitata a San Siro, ma con i team della città protagonisti della massima competizione continentale, tutto avrebbe un altro sapore. Quello dei canditi del Panetùn, che speriamo le proprietà cinesi arrivino a mangiare. FOZZA MILA e FOZZA INDA!

Credit Immagine di Copertina

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