Dopo una partenza a cannone, Milano ha dovuto calmare i bollenti spiriti olimpici e freddare le anime: dopo il no di Roma per l’edizione 2024, solo due città erano rimaste in gara per quella che stava diventando a tutti gli effetti la settima fatica di Ercole. Quei furbetti del Comitato Olimpico allora, per salvarsi in corsa dal fuggi fuggi generale e dal flop assicurato, hanno ufficializzato a Lima una candidatura congiunta, Parigi 2024 e Los Angeles 2028. Pratica archiviata.
Per Milano a questo punto non è rimasto che rilanciare, alzando la mano per le Olimpiadi Invernali 2026. E anche lì siamo stati subito ridimensionati, perché il Direttore Generale dei Giochi, Christhope Dubi, ci ha messo 3 minuti a farci sapere che Sion (Svizzera), Innsbruck (Austria), Stoccolma (Svezia) e Calgary (Canada) non intendono certo farci vincere facile. Te pareva.
A settembre 2019 si terrà proprio nella nostra città l’assegnazione – in occasione della sessione del Cio – e in caso di vittoria, ci sarebbe pure da modificare il regolamento del Comitato Olimpico, perché chi ospita la sessione non può candidarsi. Ma stiamo calmi, allacciamo bene gli scarponi e diamo lo stesso una pulitina allo snowboard. Mai arrendersi.
Il Sindaco Sala ha parlato di una possibile alleanza con Torino – che ha ospitato i Giochi Invernali nel 2006 – mentre il Ministro dello Sport, Luca Lotti, un possibile accordo con l’Austria che ci presterebbe alcuni dei suoi impianti sciistici nella zona tra Innsbruck, Trento e Bolzano. Punto dolente e saliente della questione è che Milano ad impianti sportivi è messa peggio di un post serata sulla 90, e le piste da sci sarebbero in Valtellina. Un po’ più lontano no, eh?
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