Skip to content
Ma, onesti: ha ancora senso l’ora solare? / Skims di Kim Kardashan ha lanciato i nuovi tanga col pelo da 42 euro. Ma perché? / La pasticceria Cova prende il posto del Bar Centrale alla stazione di Milano: un bel salto di qualità / A Milano vendono un seminterrato di 93 metri quadri a 600 mila euro, interessa? / Cosa ha detto Fedez nel suo libro: i tradimenti, il Pandoro Gate, gli amici di Chiara, il bacio con Rosa Chemical, l’amicizia con Salvini / È ufficiale, si potrà prendere la patente a 17 anni, ma l’esame sarà più tosto / Non benissimo per Peck: nel 2024 perdite per oltre 2 milioni / Chi sono le “baby sitter di lusso” della Milano bene: laurea, grande flessibilità e stipendio della madonna / Milano capitale delle startup di successo: nella top 10 delle migliori d’Italia, 8 sono nella City / Il Governo vieta l’educazione sessuale anche alle medie, ed è una sconfitta per tutti / Ma, onesti: ha ancora senso l’ora solare? / Skims di Kim Kardashan ha lanciato i nuovi tanga col pelo da 42 euro. Ma perché? / La pasticceria Cova prende il posto del Bar Centrale alla stazione di Milano: un bel salto di qualità / A Milano vendono un seminterrato di 93 metri quadri a 600 mila euro, interessa? / Cosa ha detto Fedez nel suo libro: i tradimenti, il Pandoro Gate, gli amici di Chiara, il bacio con Rosa Chemical, l’amicizia con Salvini / È ufficiale, si potrà prendere la patente a 17 anni, ma l’esame sarà più tosto / Non benissimo per Peck: nel 2024 perdite per oltre 2 milioni / Chi sono le “baby sitter di lusso” della Milano bene: laurea, grande flessibilità e stipendio della madonna / Milano capitale delle startup di successo: nella top 10 delle migliori d’Italia, 8 sono nella City / Il Governo vieta l’educazione sessuale anche alle medie, ed è una sconfitta per tutti
CONDIVIDI:
Link copiato!

Milano a due ruote: ecco l’identikit del ciclista tipo di bike sharing

Maschio, 40enne con il pantalone del completo stirato a puntino, lo zaino tech e l’anello al dito più o meno in evidenza. A Milano gli amanti e utilizzatori del bike sharing non sono inguaribili hippie con a cuore la salvaguardia dell’habitat naturale dei Petauri dello zucchero e nemmeno studentelli poveri in canna, fitness addicted convinti e […]

Maschio, 40enne con il pantalone del completo stirato a puntino, lo zaino tech e l’anello al dito più o meno in evidenza. A Milano gli amanti e utilizzatori del bike sharing non sono inguaribili hippie con a cuore la salvaguardia dell’habitat naturale dei Petauri dello zucchero e nemmeno studentelli poveri in canna, fitness addicted convinti e gente random che boh, passava di lì. Secondo un’indagine condotta nel periodo 2016-2017 dal dipartimento di Economia dell’Università Statale in collaborazione con Clear Channel, gestore di BikeMi, questo è l’identikit dell’abbonato medio.

Tramite un questionario somministrato a un campione di 25.668 persone, è emerso che si tratterebbe di uomini con un’elevata istruzione, tendenzialmente imprenditori sposati o impegnati in una convivenza, che integrano la biciclettata quotidiana all’utilizzo di altri mezzi di trasporto sostenibile (57%). Una sorta di automuniti pentiti a tutta salute e green economy.

Ciò che viene apprezzato dalla categoria emersa, in primis, sono policy, tariffe e servizio clienti contattabile senza particolari sbattimenti (cosa non affatto scontata!). Non mancano però le segnalazioni per  una maggiore manutenzione e un miglior controllo della presenza/assenza delle biciclette negli orari di punta del traffico cittadino in quelle considerate zone hot. A sorpresa, spunta tra le richieste, una cargo-bike munita di portapacchi da utilizzare per pesi che variano dalla semplice ventiquattrore alla spesa dell’ultimo minuto.

«Il dato importante che emerge è la forte integrazione del bike sharing con gli altri mezzi di trasposto pubblico: molti utenti utilizzano ad esempio la metropolitana e poi la bicicletta per l’ultimo miglio dalla destinazione e questo consente di spostare sempre più persone dall’uso dell’automobile» commenta così l’assessore Granelli, riferendosi anche ai nuovi servizi di bike sharing a flusso libero che stanno spopolando in città (e affollando i marciapiedi).

Ed ecco che così crolla l’ultimo baluardo di convinzione di tutti quelli che «a Milano ci si muove in macchina, feeega».

Credit immagine copertina

CONDIVIDI:
Link copiato!