Lo sapevate che in basso a destra rispetto al portone principale del Duomo di Milano si trova un bassorilievo rappresentate il Drago Tarantasio?
Si tratta di un drago che – secondo la credenza popolare – imperversava nella bassa padana nei primi secoli dello scorso millenio mangiando bambini: intorno al 1100 l’Adda, il Lambro e il Serio continuavano a straripare generando un lago poco profondo ma esteso che arrivava fino alle porte di Milano, il Lago Gerundo. Qui, secondo la superstizione, aveva casa un drago che prese il nome da Taranta, una frazione di Cassano d’Adda in provincia di Milano. C’è chi sostiene che sia stata la frazione a prendere il nome dal drago, ma poco cambia.
La credenza era tanto diffusa che si decise perfino di scolpirlo sulla facciata del Duomo.
In età moderna non è scemato il fascino verso questa creatura mitologica: la leggenda del drago del Lago Gerundo fu fonte d’ispirazione per lo scultore Luigi Broggini che prese a modello Tarantasio per ideare l’immagine del cane a sei zampe, marchio simbolo dell’Eni.
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