Quanto a scrittori, Milano è una città che non scherza. Se poi consideriamo la poesia, siamo insuperabili.
C’è un poeta in particolare a cui Milano tiene particolarmente: Giuseppe Parini.
Per lui c’è la citazione nel Famedio, il monumento bronzeo in Piazza Cordusio, la scultura in marmo sullo scalone del palazzo di Brera, il medaglione sulla casa del Beccaria, il Liceo Classico che porta il suo nome… Milano ha fatto tantissima roba per ricordarlo, eccetto l’unica cosa che potrebbe essere sensata: la tomba al Monumentale.
Come mai? Cosa c’è da nascondere?
Una spiegazione è questa: il Parini è morto nel 1799, il Cimitero Monumentale è stato aperto nel 1867. Non potevano seppellirlo lì.
Infatti, il Parini è stato tumulato nel Cimitero della Mojazza, che sorgeva all’Isola. Oggi è scomparso, ma si può ancora vederne l’ingresso: sono le due colonne di marmo all’angolo tra via Lario e via Arese che sembrano mollate lì per caso.
E l’Imbruttito: «Ma scusa, al Monumentale ci hanno trasferito anche il Tommaso Grossi, il segretario del Manzoni che è morto almeno 10 anni prima dell’apertura! Perché il Parini no?»
Ed è qui che nasce il mistero. Perché quando quelli del Monumentale sono andati a recuperare la salma del Parini alla Mojazza, non l’hanno più trovata.
Alcuni dicono che gli addetti al trasferimento si siano persi la salma durante il tragitto da un cimitero all’altro; altri invece raccontano che quando gli addetti sono andati ad aprire la bara, il suo corpo non c’era più.
Cosa sia successo davvero, non si sa.
Della vera tomba del Parini, non resta nient’altro che la sua lapide, affissa all’interno del cortiletto interno del palazzo al numero 1 di di Piazzale Lagosta.
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