Metto le mani avanti. Non è che il sushi abbia rotto il cazzo – a me ogni tanto prendono di quelle voglie di fettazze di sashimi che guardi signora mia non le dico – ma è anche vero che, complice la sua presenza nel nostro panorama gastronomico già da un po’, ci abbiamo fatto l’abitudine. Senza poi contare che sushi e sashimi costituiscono una piccolissima parte di una cucina, quella giapponese, molto più varia, gustosa e creativa di ciò che si è abitualmente portati a pensare.
E a Milano non mancano certo i ristoranti dove poterla scoprire, guidati sempre da gentilissimi gestori disposti a guidare voi e le vostre papille gustative in questa nuova avventura. Che voi ci siate rimasti un po’ sotto dopo un viaggio in Giappone (come me), o che siate mossi da un’insaziabile (beh, ovvio!) curiosità, ecco dove andare, insieme a qualche consiglio sulla specialità da ordinare.
A due passi da piazza Cinque Giornate trovate Wellkome, che – non lo nego – rientra tra i miei ristoranti preferiti in assoluto. Cucina a vista, stile minimal, atmosfera intima, porzioni abbondanti e gustose, unite a un servizio puntuale e gentile, in pieno stile nipponico: cosa chiedere di più? Il mio personale consiglio è di provare gli onigiri, in particolare quello con le uova di salmone, e le pietanze calde, come i takoyaki (le deliziose polpettine di polpo, specialità di Osaka); il tonkatsu, la tipica cotoletta giapponese in tante sfiziose varianti o le zuppe con soba o udon (quella a base di soia con fettine di manzo, uovo e cipollotti è semplicemente fantastica!). Per finire in bellezza, concedetevi il mochi originale – e non quello gelato, un clamoroso fake – ripieno di marmellata di fagioli rossi: un’unica avvertenza, non riuscirete più a farne a meno!
Siamo nel cuore di zona Savona – Tortona, ma potremmo benissimo essere in uno dei tantissimi micro-ristoranti che affollano i vicoletti di Osaka o Kyoto: Maido è il re incontrastato dell’okonomiyaki, popolarissima specialità street food giapponese. Dentro il minuscolo locale con travi a vista si cucinano senza sosta sui teppan (le apposite piastre sui cui viene appunto realizzato l’okonomiyaki) queste frittate a base di farina, verza e uova, con l’aggiunta di diversi ingredienti come carne, formaggio e gamberetti. Non temete se vedrete il vostro piatto animarsi quando vi verrà servito: sul finale si procede infatti alla guarnizione con una speciale salsa okonomi, maionese giapponese, fiocchi di alghe verdi e scaglie di bonito, che – a contatto con il calore – si muovono, risultando un po’ inquietanti o scenografiche, a seconda dei casi!
Premetto che a mio parere i ramen di Nozomi sono i migliori di Milano, ma in questa sede non parleremo di zuppe, bensì dello shabu shabu, che non è una bestemmia, ma un piatto della tradizione giapponese, il cui nome rimanda al rumore della carne immersa e strascinata nel brodo di alghe kombu (dashi) che bolle in un contenitore (donabe) al centro del tavolo. In soldoni, il vostro tavolo verrà equipaggiato con un fornello portatile e una pentola, nella quale sarete voi stessi a cucinare diversi ingredienti, come carne affettata, tante verdure, funghi e tofu, immergendoli direttamente con le bacchette. La cottura è velocissima (20 secondi al massimo), e il boccone viene assaporato dopo una breve passata nella salsa ponzu, per insaporirlo ulteriormente. Una volta che lo shabu shabu è terminato, il brodo rimasto nella pentola viene unito agli udon, perché anche qui la regola è che non si butta via niente.
La signora Hiromi Arai gestisce questo ristorante in zona Bocconi ormai da parecchi anni, dove ogni giorno propone sia a pranzo che la sera diversi fuori menù, ispirati alla stagione e al suo guizzo personale. Se preferite fare tanti piccoli assaggi, questo è il posto che fa per voi: chiedetele di guidarvi alla scoperta delle specialità del giorno, includendo però sempre l’ottimo yakimeshi, riso saltato con verdure e aromi, e l’indimenticabile tempura, a mio modesto parere tra le migliori della città, grazie a una delicatissima pastella che non copre i sapori di pesce e verdure. Se poi bazzicate la zona di Porta Romana in pausa pranzo, non potete non provare uno dei tanti bento box, ovvero un set di piattini, accompagnato dall’immancabile riso bianco.
Gastronomia Yamamoto – Via Amedei 5
Recentissima apertura nel pieno centro di Milano, in zona Missori, la Gastronomia Yamamoto vi farà innanzitutto ricredere sulla prelibatezza delle alghe. Ordinate le varianti che trovate nella sezione antipasti del menu, insieme al mozuku, piatto tipico dell’isola di Okinawa, e all’hijiki aburaage, alghe croccanti in insalata con carote ed edamame. Poi, non lasciatevi sfuggire il delizioso una don, un letto di riso su cui è adagiata una tenerissima anguilla arrosto, e gli onigiri ripieni e ricoperti da umeboshi fatte in casa, le famose prugne giapponesi. La gastronomia è già sulla bocca di tutti per le sue proposte in pausa pranzo, tra cui spicca il katsu sandu, panino ripieno con cotoletta di maiale fritta, servito con erbe e fiori edibili: raccomando di provarlo sulla fiducia; io – di mio – conto di rimediare al più presto tale (imperdonabile!) mancanza.
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