Bye bye ristoranti, bar, pub, agriturismi, trattorie e compagnia bella. Certo, c’è il delivery, ma sappiamo bene che in questo periodo di quarantena una delle attività che ci tiene più impegnati, volenti o nolenti, è la cucina. Lo dicono gli scaffali vuoti, i prodotti introvabili e le file fuori dai supermercati. L’impossibilità di mangiare in giro ci costringe a fare a casa colazione, pranzo e cena. Magari siamo tipi da ravioli pronti in due minuti, o magari stiamo scoprendo una passione nascosta per i fornelli. In ogni caso è indubbio che l’emergenza Coronavirus abbia cambiato le nostre abitudini e anche le nostre scelte d’acquisto.
Stando ai dati dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), riportati come tutti i dati qui di seguito da IlPost, dal 16 febbraio al 15 marzo nella grande distribuzione organizzata sono stati spesi circa 750 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma quali sono i prodotti andati a ruba? Sicuramente non le penne lisce, che come abbiamo visto in molti meme sono rimaste bellamente al loro posto. Nelle prime tre delle cinque settimane di lockdown, i prodotti più acquistati sono stati prevedibilmente quelli di prima necessità e non deperibili, come burro, zucchero, pasta, riso, farina e pelati.
Nelle ultime due settimane, forse anche perché la gente ha capito che non c’era alcun bisogno di fare rifornimento come se fosse in atto una guerra nucleare, l’acquisto di questi prodotti è passato in secondo piano a favore di farina e lievito, quest’ultimo talmente introvabile che è possibile rintracciarlo solo nel deep web a prezzi smisurati. Del resto ormai siamo tutti impegnati a impastare pane, pizza, pasta, dolci: proprio per questo motivo è aumentata anche la vendita di uova.
Secondo dati Nielsen sulla GDO (negozi al dettaglio) nella settimana che va dal 9 al 15 marzo, cioè quella in cui sono state messe in atto le restrizioni in tutta Italia, sono state acquistate soprattutto provviste di latte UHT a lunga conservazione, pasta, farina (lo abbiamo detto, il successone ha portato un incremento addirittura del 185%), uova di gallina e poi surgelati, che effettivamente averli nel freezer anche per diverse settimane fa sempre comodo. Aumentati gli acquisti anche di caffè macinato, burro, riso e conserve rosse.
Nella settimana successiva, dal 16 al 22 marzo, hanno iniziato ad andare forte anche pizza surgelata, affettati, patatine, creme spalmabili, e poi ancora mozzarelle, wurstel, gelati e camomilla, giusto per rilassarci al termine di una giornata di quarantena.
Ah, chiaramente tutta sta situazione assurda ci ha fatto venire voglia di annegare i dispiaceri nell’alcol. L’acquisto di vino, infatti, è aumentato notevolmente rispetto allo stesso periodo del 2019, anche se la crescita più notevole è stata registrata sui siti specializzati online.
Avremo tutti la bottiglia giusta da sbocciare pronta quando tutto questo sarà finito.
Articolo scritto da Wendy Migliaccio
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