Ogni anno la stessa storia: a Gennaio il freschino si attenua e poi d’un tratto sbadabam! Torna il gelo all’improvviso. E così tutti, ma proprio tutti, ci si guarda negli occhi e ci rende conto che «Ah, per forza fa così freddo! Sono i Giorni della Merla!»
In effetti fateci caso: non c’è previsione metereologica che tenga di fronte all’infallibile preveggenza dei Giorni della Merla che, ad ogni 29 Gennaio, con scarto davvero minimo, ci annunciano in modo quasi scientifico i 3 giorni più gelidi dell’anno, quelli, per intenderci, in cui sfoggiare i guanti non è solo questione di moda.
Ma quanti conoscono l’origine di questo modo di dire tanto allegorico quanto scientifico?!
Le leggende a questo proposito sono diverse ed egualmente distribuite lungo tutto lo Stivale, ma noi vogliamo riferirci a quella più milanese di tutte: una leggenda ambientata nel cuore di Milano, più precisamente a Porta Nuova dove, una povera famiglia di merli, infreddolita e affamata, faticava a superare l’inverno.
Papà Merlo, sentendosi sulle ali la responsabilità di Mamma Merla e dei suoi piccoli merlini, decise allora di traslocare con la famiglia in un nido più confortevole, a fianco di un camino: piano alto, vista panoramica, termoautonomo.
Quel camino non solo li teneva al caldo, ma produceva smog, così tanto che, al suo ritorno dopo 3 giorni (esattamente i 3 giorni della Merla), Papà Merlo faticò a riconoscere sua moglie: non era più nera come lui, ma era diventata grigia, dello stessa tonalità polverosa della fuliggine.
Questa versione milanese ovviamente ci è tanto cara per questioni affettive, ma ci inorgoglisce soprattutto perché, a suo modo, dà una motivazione al fatto che, in natura, i merli maschi siano neri e i merli femmina siano grigi, facendo così di una curiosità naturalistica una piccola tradizione tramandata da generazioni qui a Milàn, all’ombra della nostra Madunina.
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