Il patron Bernardo Caprotti, pace al fatturato suo, possiamo immaginare stia sorridendo nel paradiso degli imprenditori: la sua Esselunga è stata eletta tra le 90 migliori aziende italiane in cui lavorare. La certificazione di Top Employer Italia 2018 all’azienda dei supermercati più Imbruttiti che ci siano è stata comunicata dal Top Employers Institute, ente olandese che riconosce e nomina le eccellenze per ciò che riguarda le condizioni di lavoro dei dipendenti in un’azienda. Tale analisi si basa su dati, documentazioni e buone pratiche nell’ambito delle risorse umane.
I dati sono stati sottoposti a un audit esterno e i punteggi valutati secondo uno standard internazionale: e così la catena Esselunga (che conta più di 150 supermercati in Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria e Lazio) ha ricevuto il suo riconoscimento, forte delle eccellenti condizioni di lavoro garantite ai propri dipendenti, identificazione e sviluppo dei migliori talenti a tutti i livelli aziendali, costante ricerca di miglioramento dei propri processi organizzativi.
C’è solo una piccola mancanza che potrebbe far nascere un grande interrogativo: tra i dati e le informazioni raccolte per l’analisi non sono state fatte domande dirette ai dipendenti. Beh, lasciando perdere le cassiere lente, che già ci fanno perdere tempo e ci manca solo doverle pure intervistare, potrebbe forse essere che, facendo qualche domandina in più a loro, il mondo Esselunga non risulti così roseo come questa ricerca ci dice? In passato ci sono state proteste, e diversi articoli hanno raccontato di un sistema non così entusiasmante e tranquillo per i lavoratori.
Nel frattempo Esselunga cresce, assume, fattura 7,5 miliardi di euro all’anno e si prende pure i certificati. Cosa ne pensate?
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