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Sicuramente avrete visto un adesivo o una locandina con il simbolo di Roseline: un occhio stilizzato con 3 graffi sopra. Milano ne è tappezzata.

Ma iniziamo dal principio: avete mai sentito parlare di teatro immersivo?

Probabilmente a qualcuno di voi verrà subito in mente Sleep No More, un’esperienza che ha preso il via a Londra e che poi ha raggiunto diverse città nel mondo. Si tratta di uno spettacolo interattivo, attualmente in scena a New York con un successo impressionante, in cui il pubblico può addentrarsi liberamente nelle varie aree di un hotel decadente e seguire la performance che più gli piace, frugando nei cassetti, scovando passaggi segreti, esplorando le diverse ambientazioni in cui la storia prende vita. Non ci sono palcoscenici: gli attori abitano gli spazi prima ancora che arrivi il pubblico.

Ecco, Roseline è qualcosa del genere, ma con un cortocircuito shakespeariano (da qui la definizione di dramagate). È infatti l’Amleto, riletto in chiave moderna, la materia che unisce le narrazioni degli 8 protagonisti, rappresentati come vagabondi che vivono ai margini della società.

La location, il cuore pulsante di Roseline, si snoda tra gli oltre 3.000 mq dell’Edificio Calchi Taeggi in Corso di Porta Vigentina 15, in zona Crocetta. Da fuori, sembra un palazzo abbandonato da anni e la facciata è in gran parte invasa dalla vegetazione spontanea. Le premesse non sono niente male.

Una volta giunti all’ingresso, le giacche e le borse vanno nel guardaroba e i cellulari sigillati in una tasca a tracolla (dimenticavi i social per un paio d’ore!). Ma dove siamo, in aeroporto a Londra? Vengono poi distribuiti i mantelli che ogni ospite deve indossare prima di mettere piede nell’edificio e dare inizio allo spettacolo.

Niente è più come prima: all’improvviso mi ritrovo catapultato in una scuola, o meglio in una scuola da film dell’orrore. Finestre sprangate, legno marcio, polvere, sedie ammassate, pozzanghere e all’improvviso salotti, camere da letto, fango, boschi. Cazzo siamo, al Leoncavallo?

Per le scale io e i miei amici ci siamo divisi – perché Roseline è meglio viverlo in solitaria – quindi sto percorrendo da solo un corridoio semibuio, attirato da un rumore sinistro, che mi porta dritto dritto dal primo abitante. È Amos, un ragazzo biondo, pallido, steso sul letto, forse si è appena fatto una dose. Lo osservo entrando nella sua camera, insieme ad altre persone incappucciate come me, ma lui si alza di scatto e fugge altrove. Lo seguo per un po’ e incontro Gioele, un pazzo con gli occhi cerchiati di nero, e Mia, una ragazza molto spaventata in lacrime.

Salgo di un piano: nuova ambientazione. Entro in una stanza piena di fogli appesi al soffitto e alle pareti, potrebbe essere benissimo una scena di Silent Hill, o di camera mia dopo 2 settimane che non sistemo. Ora sto seguendo una lite furibonda tra due accattoni, forse padre e figlio, poi un rito d’iniziazione, mentre una Strega si avvicina e mi sussurra «Follow her!» in un orecchio. Figa che paura…

La lingua degli attori è l’inglese, ma come sostiene il regista – un ragazzo di 24 anni che ha fatto il Politecnico di Milano e si è specializzato a Yale – Roseline è un’esperienza che va vissuta con la pancia prima che con il cervello. E ha ragione. Qui il tatto, la vista e l’udito sono continuamente sollecitati, insieme alla vostra curiosità.

Per due ore va avanti così, camminando, e alcune volte correndo, per inseguire i personaggi e i loro intrighi invisibili, tra i bellissimi set (che sono DAVVERO una delle cose più fighe dello spettacolo: una specie di Fuorisalone in minatura, dove ogni stanza ha una sua storia e installazioni pazzesche). Poi l’esperienza si conclude, e tra gli applausi del pubblico ritrovo i miei amici. Si esce intontiti, frastornati, come appena svegliati in hangover.

C’è solo un consiglio che posso darvi: perdetevi, abbandonatevi all’istinto. Lasciate che Roseline apra le porte della vostra emotività.

Roseline è in scena fino al 3 giugno, dal giovedì alla domenica, per 100 persone a serata. I biglietti vanno acquistati online e partono da 30 € per gli under 26 e 50 € prezzo intero (più prevendita).

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