Citylife raddoppia (quasi) le sue torri: da tre, il numero attuale, si potrebbe infatti arrivare presto a cinque. Chi, come, ma soprattutto, perchè? Semplice (e molto ambizioso): occorre recuperare i 70 mila metri quadrati di pavimento rimasti in sospeso rispetto alla variante urbanistica del 2008. Ecco che cosa c’è dietro al progetto (ancora in fase embrionale, va detto) degli altri due grattacieli direzionali, su una superficie attualmente utilizzata per campi da tennis provvisori e cantieri.
Le due torri saranno destinate completamente ad uso uffici, come prevede il progetto, originariamente ideato nel 2004 e poi modificato nel 2008. Dei 292 mila metri quadrati edificabili, oggi il cantiere conta solo 220 mila mq costruiti – tra cui due aree non realizzate, come la Torre Libeskind e le ultime residenze verso piazzale Giulio Cesare.
Ma, parlando di cose pratiche, dove sorgeranno le due torri? La prima dovrebbe sorgere tra l’asse Galantino (la galleria Ferrieri che conduce da Piazza Sei Febbraio a Piazza Tre Torri) e l’asse Domodossola. La seconda, invece, probabilmente più imponente, riguarderà l’area Nord alle spalle del cantiere di Libeskind verso Viale Duilio, tra il centro congressi MiCo e il Velodromo Vigorelli finalmente riaperto.
Non solo: oltre al Vigorelli, i lavori a Citylife hanno coinvolto anche la Fontana delle Quattro Stagioni di Piazzale Giulio Cesare, l’asilo nido comunale (per 68 bambini) che aprirà a settembre 2018, i 170 mila metri quadrati di verde pubblico e la caserma dei carabinieri di Via Colleoni. Tradotto: per i vecchietti che guardano i lavori in strada c’è stato un bel po’ da fare. (E siamo sicuri che con gli sviluppi del nuovo progetto ne avranno, ops, vedranno ancora delle belle).
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