Qui si parla di booster per impennare la produttività. Eh si, alzare il didietro ogni tot è tutt’altro che da etichettare come morbo dello scansafatiche cronico o sindrome della sigaretta senza riposo: migliorerebbe non solo la circolazione, ma anche… la fatturazione!
La pausa caffè – secondo quanto emerso da un’indagine svolta da Eureka – verrebbe evitata per mancanza di tempo da più di 1/4 degli impiegati europei intervistati. E non importa se gustarne una tazza appagherebbe le papille gustative (56%), aiuterebbe a svegliarsi (29%) e migliorerebbe la produttività in office (43%): si continua a presidiare la scrivania, punto e basta.
Ed è qui che casca il Giargiana stacanovista! Il caffè migliora memoria e concentrazione, soprattutto se assunto nelle ore delle pause, metà mattina e metà pomeriggio: i 75mg di caffeina contenuti in ogni tazza sarebbero da ringraziare e non evitare.
Lunghe ore di lavoro no-stop quindi, non sarebbero sinonimo di qualità e produttività, anzi. Tanto vale alzarsi e squattare in direzione macchinetta. Così si ottimizza, TAAAC!
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