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Con il rischio che possa finire come una riunione di condominio in Viale Padova, il Comune di Milano ha scelto: per decidere se riaprire i Navigli si faranno dibattiti pubblici con la città. Niente referendum quindi, ma per scegliere se portare avanti il piano di riapertura (che vi avevamo anticipato), Beppe Sala & co. sentiranno favorevoli e contrari, per poi dare il verdetto.

Per capire se la città Imbruttita ritroverà nel futuro i suoi famosi corsi d’acqua, servirà comunque ancora qualche mese. Ma quindi cosa ha pensato palazzo Marino? Ad un po’ di roba, tra cui un sito e una mostra. Il tutto con un piano, diviso in 4 step:

1_Il sito e i rendering: lunedì 11 giugno sarà online un nuovo sito dedicato proprio al progetto Navigli; poi, nel cortile di Palazzo Marino, sarà allestita una mostra con i rendering del progetto, così che tutti visitandola possano farsi una idea di cosa c’è in cantiere.

2_Coinvolgimento diretto: cittadini, associazioni e comitati di zona saranno invitati a incontri pubblici e sopralluoghi nelle zone interessate dal progetto.

3_Raccolta contributi: sarà quindi lasciato spazio a coloro che vorranno dare il proprio parere lasciando feedback sul Piano di fattibilità tecnica/economica per i Navigli 2.0.

4_Comunicazione dei risultati: ossia l’ultima fase del processo di scelta, che sarà interamente coordinato da Andrea Pillon, selezionato tramite avviso pubblico, e che garantirà l’ìmparzialità del processo e della scelta finale.

«L’obiettivo – ha dichiarato l’assessore alla Partecipazione del Comune, Lorenzo Lipparini – è raccogliere osservazioni di qualità che possano definire al meglio il progetto, affrontando le criticità. L’esito sarà patrimonio della città, da cui partire per affrontare tutte le successive fasi».

Ok l’obiettivo, ma sappiamo anche qual è il vero big dilemma: è più forte la voglia di rivedere Milano con i Navigli (e i Giargiana muti), o è too much lo sbatti di altri cantieri e altro cash da spendere per sto progetto?

 

Credit immagine di copertina

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