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Un’educazione troppo severa danneggia il cervello dei bambini, dice uno studio

La signorina Rottermaier dissente fortemente, e con lei la stragrande maggioranza dei nonni e dei genitori che ci hanno cresciuti tra un lancio della ciabatta e un “Sei in castigo fino ai 18 anni”. Secondo uno studio condotto delle Università di Montreal e Standford, un’educazione troppo severa danneggerebbe il cervello dei bambini.Prima di incazzarvi e […]

La signorina Rottermaier dissente fortemente, e con lei la stragrande maggioranza dei nonni e dei genitori che ci hanno cresciuti tra un lancio della ciabatta e un “Sei in castigo fino ai 18 anni”. Secondo uno studio condotto delle Università di Montreal e Standford, un’educazione troppo severa danneggerebbe il cervello dei bambini.

Prima di incazzarvi e dar la colpa a queste bislaccherie per la maleducazione della Gen Z &co., leggete qui.

L’eccessiva rigidità accompagnata da violenza verbale avrebbe conseguenze psicologiche notevoli sui bambini, a tal punto da modificarne il cervello impedendo lo sviluppo corretto di alcune aree.

“Lo sviluppo sociale ed emotivo, così come gli aspetti legati allo sviluppo cerebrale dipendono dall’educazione che i bimbi ricevono; studi precedenti hanno già dimostrato che i bambini che hanno subito gravi abusi mostrano cortecce prefrontali e amigdala più piccole”, ha spiegato Sabrina Suffren, ricercatrice dell’Università di Montrèal, ribadendo un concetto che dovrebbe già di per sé essere chiaro.

“Le implicazioni che abbiamo valutato vanno oltre i cambiamenti nel cervello, credo che sia importante che tutti i genitori e la società comprendano che l’uso frequente di pratiche eccessivamente severe può danneggiare lo sviluppo di un bambino”, conclude la donna. I film sui serial killer non vi hanno insegnato nulla?

Riassumendo: per educare nella maniera più corretta il proprio nano, iniziandolo non solo all’avviamento di una start up, bisogna evitare come la peste di cadere nella violenza fisica e psicologica. La giusta via sta nel mezzo, basta solo capire come tararsi e dare peso alle proprie azioni. Lo studio, infatti, vuole essere un monito per chi è genitore o si appresta a diventarlo.

Poi ovvio, ogni generazione è sempre peggiore della precedente, o no?

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