Ci sono poche cose che indignano noi milanesi quanto aspettare la metro e leggere “2 ½ per Gobba”, perché è universalmente noto che un milanese in 150 secondi sarebbe capace di eseguire un’operazione di chirurgia bariatrica in verticale; ma una delle cose che ci indigna per antonomasia rimane l’estate. Ché più che una stagione, è una sofferenza prolungata. L’estate, a Milano, la viviamo come Vittorio Sgarbi vivrebbe pacatamente le due ore successive all’aver detto «Scusa, avevi effettivamente ragione tu»: esatto, di merda. Vero anche che, pur di fatturare, preferiremmo sudare anche l’acqua del Battesimo in ufficio a Ferragosto e che ci lamentiamo per cose scelte da noi stessi, manco fossimo stati obbligati, ma ci sono situazioni che ci fanno inalberare pesantemente solo a vederle o sentirle. Tipo:
1_Foto dall’alto del tavolino con annessa ordinazione di un Sex on the beach e con la didascalia «Stasera si sboccia, scusa mamma»: con i 20 euro che ti aveva dato potevi almeno scegliere un drink meno di merda, ricordati comunque di portarle il resto;
2_Foto della spiaggia, dita dei piedi coi tartufi di Ascoli Piceno, leggero vedo-non vedo di perimetro vaginale, ci scrive sotto «Lasciatemi qui, non voglio tornare»: ma finalmente ti sei tolta dal cazzo, restaci pure il tempo del prossimo moto di rivoluzione;
3_Rossetto rosso e mascara waterproof sulla battigia, ed è un po’ come se Arisa andasse dalle Angels di Victoria con la parnanza per far le tagliatelle al ragù di cinghiale; non sei nella Palapa in diretta con Canale 5 e la Marcuzzi, sei sul Lido di Ostia. Anche meno;
4_Immancabile lettura estiva come Il Fu Mattia Pascal o qualche romanzo a caso di Dostoevskij – da googlare sul come scriverlo nella foto su Instagram; dopo venti pagine, lo/la senti dire alla madre: «Oh che due palle, vado a fare il bagno»
5_Lo slippino bianco da pubblicità solo se lavori per Dolce&Gabbana altrimenti sembri la barca;
6_«Finalmente relax, pausa, ciao plebe!»: pensa al nostro di relax ora che stai a 780 chilometri fuori dai maroni;
7_Vanno in posti bellissimi e fotografano solo e unicamente le loro facce: perché?
8_«Se ti abbronzi così tanto ogni anno tra dieci anni ti verranno le rughe»: ma chi ti vuole vedere tra dieci anni, mandami la presentazione power point perché non riesco a capacitarmene;
9_Durante l’anno non hanno neppure dieci pidocchiosi euro per regalare il set di bagnoschiuma a un compleanno, però tre settimane ad agosto alle Seychelles sì, possono farle: non sono tirchi, son stronzi;
10_Torna dalla vacanza dicendo di essere stato benissimo perché la gente si fa gli affari propri, a nessuno interessa come ti vesti, come ti conci, cosa fai: tranquillo che anche i filippini ti insulterebbero, è che non sai la lingua;
11_«Voglio una vita vista mare»: io ne voglio una in cui non ti vedo;
12_«Non mi abbronzo perché il pallore è elitario»: e infatti ti vediamo la mattina dal tuo castello vicino Buckingham. E poi, per favore, sciogli le tue trecce dalla finestra così salgo e vedi quanto sono diventato nero come le sere di Tiziano Ferro.
Articolo scritto da Andrea Perticaroli
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