«Da grande anche io voglio fare l’umarell, che è la massima espressione della curiosità».
Mani unite dietro la schiena un po’ curva, il «se lavura non inscì» facile, ed eccolo lì: l’umarell. Uno degli esemplari più belli della nostra società, geolocalizzabile solitamente vicino ai cantieri della M4 o di altri siti in costruzione. La poesia del vecchio che guarda i lavori ora è diventata anche un cortometraggio, carico di ironia, girato da Gero Guagliardo, che ha raccontato in Umarell – il Film la storia di Antonio, le cui parole e immagini hanno valore di riscatto per tutti coloro che sono costretti a nascondersi. I ricordi del protagonista sono infatti pregni di fierezza e gloria, e diventano l’invito per le nuove generazioni a fare coming out e dichiarare con orgoglio il proprio istinto Umarells.
«Sono originario di Palermo e adoro osservare le città – ci ha raccontato il regista Guagliardo – e l’umarell è un genere che mi piace molto, che osserva a sua volta. Poi ogni città ha le sue peculiarità: a Palermo sono tutti umarells, tutti sanno cosa succede nei cantieri, pure i ragazzini; anche a Milano ovviamente ci sono, ma per i giovani qui è diverso. Comunque il fascino dell’umarell mi ha portato a farlo diventare il protagonista del mio corto».
Un corto che dopo essere stato girato ha ricevuto il supporto di Superstuff digitally crafted, di Piano B e dell’Associazione Umarells d’Italia. Si raga, perché esiste l’Associazione Umarells d’Italia. Ed è a Bologna. Che meraviglia.
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