Cari vegani, questo articolo non fa decisamente per voi. Di carne si parla – anzi, di squisita carne – e ora che l’estate (ahinoi) è terminata, non c’è periodo migliore per andare al ristorante e fare un pieno di fiorentine, filetti, tagliate & Co.
Al di là dei ben noti locali argentini in città – che nulla togliere, sia chiaro – esiste infatti un panorama assai variegato che promette di dare infinite soddisfazioni anche ai carnivori più incalliti.
E dato che le promesse vanno mantenute, preparate gli stomaci, affilate i coltelli e prendete nota di questi cinque ristoranti: l’autunno e l’inverno visti da qui non sono poi così male.
Come Trippa nessuno mai. Chi scrive è fermamente convinta che la trattoria di Diego Rossi e Pietro Caroli non sia soltanto un fantastico ristorante di carne, ma il migliore ristorante della città. Calorosa, accogliente, priva di quei fronzoli studiati ad hoc di cui tanti locali sono disseminati, oltre alla trippa – suo cavallo di battaglia – propone anche un vitello tonnato che vi sognerete per parecchie notti a venire, primi di pasta fresca e secondi di carne più tradizionali per i meno temerari che non se la sentono di affrontare le interiora. Non si può vivere a Milano senza essere mai stati da Trippa: prenotate via WhatsApp; preparatevi ad almeno tre settimane d’attesa per il primo tavolo disponibile (ve l’ho già detto che si mangia da dio, no? Ecco, non sono la sola a pensarlo); non dimenticate di ordinare il midollo alla brace da gustare col cucchiaino, a mo’ di dessert. Last but not least, raramente troverete un rapporto qualità/prezzo simile a Milano: ebbene sì, se fosse possibile, io da Trippa ci vivrei volentieri.
Asina Luna, Via Resistenza 23, Peschiera Borromeo
Ok, ok, non siamo proprio a Milano, ma il viaggetto per raggiungere Peschiera Borromeo vale totalmente la pena. Bando alla pigrizia, quindi: ad attendervi ci sarà una griglia a legna a vista e una selezione di tagli di carne e di razze che vengono grigliate con maestria dal simpatico titolare, Riccardo Succi. Tra le carni che potrete assaggiare: la fiorentina di scottona bavarese frollata 80 giorni nel grasso nobile del vitello; la fiorentina di scottona prussiana frollata 60 giorni con il metodo Dry Aged; quella di Angus del Nebraska; la Galiziana; il Kobe Wagyu giapponese e la fiorentina di Fassona piemontese della Macelleria Oberto. Ad accompagnare una scorpacciata di carne che meriterebbe un Oscar ci pensa la carta dei vini, con un centinaio di etichette che spaziano dai grandi rossi toscani e piemontesi, ai bianchi del Nord Est, passando per le grandi bollicine e arrivando a una piccola scelta di vini stranieri. Ma non è finita qui: la pasticceria non ha nulla da invidiare ai secondi, per cui tenetevi un micro-angolo e cedete pure ai dolci. Non ve ne pentirete.
El Porteño, Viale Gian Galeazzo 25 e viale Elvezia 4
Ed eccoci giunti al capitolo ristoranti argentini. Tra tutti quelli che vanno, vengono, sono sulla cresta dell’onda per un po’ e poi spariscono dal radar, El Porteño rimane sempre una certezza. Sarà anche per il suo nome, che identifica chi vive nella città di Buenos Aires da molte generazioni, diventando così sinonimo di autenticità e fedeltà alle tradizioni che da tempo immemore confluiscono nella capitale. Due sedi, una storica in zona Navigli e in zona Arena, entrambe contraddistinte dalla stessa eleganza negli ambienti e dalle eccellenti proposte in menù. Accanto all’asado criollo non mancano diversi tipici piatti argentini, come le empanadas o il pollo en escabeche; i secondi di carne vengono sempre accompagnati da contorni come purè di patata dolce, patatine fritte, insalata russa e altre sfiziosità. Le succose grigliate, cotte lentamente con cura e dedizione, si gustano con vini argentini di struttura e carattere come il Malbec e il Torrontes. Non è un locale a buon mercato, ma la qualità – cari miei – si paga: considerata la location, la carne incredibile, la cottura ineccepibile e la professionalità del personale, sono soldi ben spesi.
Macelleria Equina Da Vito, Via Lorenteggio 177
Lo confesso: ho scoperto la Macelleria Equina Da Vito – situata all’interno del Mercato Comunale Coperto di Via Lorenteggio – solo l’anno scorso. E me ne sono amaramente pentita. Già, perché qui assisterete al «trionfo della carne di cavallo in tutte le sue forme, cotta e cruda, da consumare»: ad attendervi troverete un bancone pressoché sterminato con salsicce, spiedini, tartare, bistecche, reali, involtini messinesi, straccetti, e salumi. Una volta ordinati separatamente i cotti e i crudi, non dovrete fare altro che portarvi al tavolo questi ultimi e attendere la cottura (sulla griglia) dei primi, che vi verranno serviti quando pronti. La location è spartana, quindi non aspettatevi nulla di fighetto o radical chic: qui si bada alla sostanza – e meno male! – a prezzi più che competitivi; se poi nel mare magnum doveste avere bisogno di una guida, affidatevi a uno dei macellai, che saprà consigliarvi i piatti forti. Occhio ai giorni di apertura: a pranzo dal lunedì al sabato; giovedì e venerdì anche a cena su prenotazione.
El Bechée, Via Gaudenzio Ferrari 2
Per me El Bechée è una specie di posto salvavita. Presente quelle serate in cui hai voglia di andare a cena fuori ma non hai le idee chiare sul dove, e sai solo di desiderare un ristorante che ti faccia sentire a casa e in cui stare bene? Ecco, in casi del genere la mia risposta cade solitamente su questo locale. Il nome deriva dall’italiano beccherie, le macellerie, e presto si arriva al dialetto milanese: bechée significa appunto macellaio. Dal lontano 2009 il Bechée continua a grigliare fantastiche entrecote, costate, asado, chateaubriand, fiorentine, ma non solo. Il menù comprende pure tagliate, polletti, hamburger e tartare, oltre a fritti – menzione d’onore alle frittelle della casa – polentine e salumi misti. La qualità delle carni è garantita da Marchiante, fornitore storico del ristorante, mentre la carta dei vini si sviluppa attorno alla convinzione che cont el vin se cascia via la bolgira. E se siete veri milanesi come dite, sapete benissimo cosa significa.
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