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A Milano piace primeggiare, sempre e comunque. Certo, ci sono alcuni settori in cui gradiremmo che la nostra amata città non sentisse il bisogno impellente di sorprenderci con nuovi record. A cosa mi riferisco? All’aumento dei canoni di affitto che hanno fatto registrare un’impennata del 9%. Un comportamento in netta controtendenza con quello che sta accadendo nei centri medio-piccoli e nelle provincie del territorio nazionale, dove sia la domanda che i canoni sono in netta diminuzione.

La causa? Airbnb, o meglio quello che è stato ribattezzato effetto Airbnb. La piattaforma, con le sue oltre 18k abitazioni registrate a Milano nel mese di marzo, è un esempio lampante del progressivo spostamento dell’offerta verso locazioni a breve termine, senza dimenticare come Airbnb non sia neppure l’unica piattaforma esistente.

Questo cambio strutturale sta necessariamente riducendo le possibilità di affitto a lungo termine con un conseguente e inevitabile aumento dei canoni. 

A Milano il canone mensile in centro città si aggira attorno ai 18,72€ per metro quadro, equivalenti a circa 1310€ per un appartamento di 70 metri quadri. La zona più cara? A sorpresa non è il centro storico a spuntarla, fermo a “soli” 1733€, battuto al fotofinish dalla zona riccanza Garibaldi-Porta Nuova con un canone di affitto di circa 1.777€.

La zona con il maggiore aumento è la Maggiolina con un incremento del 18%, mentre, tra le poche buone notizie, Chiesa Rossa e Ponte Lambro sono le uniche due zone a registrare una diminuzione degli affitti: circa 800€, i canoni più bassi della città.

Un altro degli elementi che potrebbe aver giocato un ruolo in tutto questo è un evidente cambio di mentalità che ha attraversato la città negli ultimi anni, almeno secondo Carlo Giordano, AD di immobiliare.it: “Milano rispecchia sempre più fedelmente la mentalità europea, in cui l’affitto viene vissuto come una scelta di vita consapevole e non come alternativa economica all’acquisto. Questo pensiero si fa strada anche negli altri grandi capoluoghi, complici economie che lentamente mostrano segni di ripresa”.

Cara Milano, bella sei bella, per carità, ma per 1733€ al mese ci mancava solo fossi brutta. 

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