“Ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost”, diceva don Pietro Savastano (AKA Maurizio Sarri, fresco allenatore della Juventus) nell’acclamata serie Gomorra.
Siamo abbastanza sicuri che, magari con accento diverso, le stesse parole siano state pronunciate dal rettore del Politecnico di Milano nella giornata di ieri in seguito alla pubblicazione del QS World University Ratings.
Di cosa si tratta? Semplicemente di una sorta di hit-parade delle migliori università di tutto il mondo e che, manco a dirlo, anche quest’anno ha portato Milano sugli scudi.
Il Politecnico di Milano si conferma la prima università italiana nel mondo con un 149esimo posto che le consente, per la prima volta nella sua storia, di classificarsi in top 150.
«Il Politecnico di Milano non rallenta la sua corsa e continua a migliorare in reputazione e credibilità. Un traguardo importante raggiunto grazie all’impegno e al duro lavoro dei nostri ricercatori e del nostro personale; grazie alla continua collaborazione con le imprese e al costante supporto degli alunni. Un passo in avanti per la città di Milano e per il territorio lombardo, ma di cui non ci accontentiamo”, è stato il commento del rettore Ferruccio Resta.
Forza Ingegneri, “riprendiamoci tutto quello che ci spetta con educazione ed eleganza. FIGA”.
Perché va bene l’ambizione, ma l’italiano è il minimo.
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