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Subito dietro la lavagna, in castigo! Il 14% degli studenti italiani, per la gioia di mamma e papà che al contrario aspirerebbero a regalargli un futuro migliore, abbandona la scuola superiore senza nemmeno portarsi a casa quel pezzo di carta chiamato diploma. Con tutto lo sbatti di alzarsi presto ogni giorno e condividere l’ossigeno con una media di 25 compagni per classe, uno sforzo in più si potrebbe anche fare per chiudere almeno la pratica! A Milano gli asinelli sono il 12%. Dati non particolarmente rosei, contando che l’obiettivo dell’Unione Europea entro il 2020 è arrivare a meno del 10% di non diplomati.

Le percentuali con cui abbiamo aperto il pezzo arrivano dall’Osservatorio povertà educativa, curato da Con i bambini – impresa sociale e Fondazione Openpolis, che rincarano la dose specificando: il tasso di dispersione scolastica in Lombardia – calcolato su dati Istat, Miur e Tuttoscuola – fra primo e ultimo anno è del 25,8%, un punto sopra la media nazionale. [Giusto perché non fraintendiate: tasso di dispersione scolastica e percentuale di abbandono sono due cose un po’ diverse]

È proprio la dispersione scolastica a esser finita sul tavolo del Fondo di beneficenza di Intesa San Paolo che ha radunato tutti gli enti competenti per dare una bella raddrizzata alla situazione.

«La dispersione scolastica è un problema grave per la società, che perde risorse preziose. Colpisce i giovani, riduce le possibilità di sviluppo personale e l’autostima, la consapevolezza di sé. Abbiamo un fondo che alimenta gli interventi in quel campo attraverso le organizzazioni sul territorio che si occupano di questi problemi. Non lo facciamo direttamente per non creare un’organizzazione che sostituisca chi già lo fa con grande sensibilità. Le scegliamo, le monitoriamo e le aiutiamo a migliorare», ha commentato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro.

In tre anni, il Fondo ha stanziato ben 27 milioni di euro per svariati progetti di interesse nazionale. Quest’anno, si parla di 13,5 milioni di euro dedicati alla dispersione scolastica, violenza su donne e minori, demenza senile. Le cosiddette buone pratiche, messe in atto dalla fondazione sono, per esempio: il Progetto Scuola Bottega di Milano de La Strada, che da 15 anni partecipa in prima linea.

Si impara lavorando, chissà mai che qualche testolina confusa non si ravveda: vogliamo mettere il compito di mate paragonato al mondo del lavoro?

Credit immagine copertina

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