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I dati del rapporto Ocse parlano chiaro: gli studenti italiani sono dei grandissimi asini

Capre capre capre esclamerebbe il buon Vittorio Sgarbi. Gli studenti italiani sono sempre meno preparati. A dirlo è il rapporto Ocse Pisa (Programme for International Student Assessment). Si tratta di un’indagine svolta a livello internazionale che ha il compito di verificare – e bacchettare – gli asinelli. Periodicamente vengono testate le competenze in lettura, matematica […]

Capre capre capre esclamerebbe il buon Vittorio Sgarbi. Gli studenti italiani sono sempre meno preparati. A dirlo è il rapporto Ocse Pisa (Programme for International Student Assessment). Si tratta di un’indagine svolta a livello internazionale che ha il compito di verificare – e bacchettare – gli asinelli. Periodicamente vengono testate le competenze in lettura, matematica e scienze degli studenti quindicenni appartenenti a 79 Stati partecipanti, di cui 37 Ocse.

Gli 11.785 studenti italiani di 550 scuole che hanno partecipato all’indagine, non ne sono usciti benissimo, anzi. Rispetto ai loro coetanei di 10 anni fa, hanno competenze scientifiche e di lettura inferiori.

Iniziamo dalle materie scientifiche. I ragazzi non si sono portati a casa nemmeno 21 punti: un risultato insufficiente, contando che non è solo più basso di quello dei coetanei Ocse, ma anche della precedente rilevazione effettuata in Italia. Uno studente su 4, riassumendo, non raggiunge il livello base.

Anche nella lettura prendiamo mazzate. Il voto è 476, contro la media Ocse di 487. La valutazione tutt’altro che felice fa precipitare l’Italia direttamente al 25esimo posto tra i 36 Paesi Ocse.

A sorpresa, ci salviamo con la patata bollente: matematica. Con 487 punti (nel 2015 erano 490) rispetto alla media Ocse di 489, la situazione sembra prendere una piega migliore. A farci tornare con i piedi per terra ci pensa però l’intero rapporto: uno studente su 4, specie al sud (+30%), non raggiunge il livello base di competenze in matematica.

Tirando le somme, le prestazioni del Belpaese sono scarse rispetto a stati come Belgio, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito. Ai vertici della classifica ci sono le province cinesi di Pechino, Shanghai, Jiangsu, Zhejiang e Singapore.

Rimane il divario territoriale tra Sud e Nord: i primi se la cavano malissimo con la lettura.

L’eterna lotta tra licei e istituti per la supremazia scolastica è arrivata al capitolo conclusivo: gli studenti dei licei ottengono risultati migliori, seguiti dagli istituti tecnici e dai professionali.

Credit immagine copertina

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