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Sfida della pizza: fatta. Sfida del tiramisù: fatta. Sfida del filetto alla Wellington con contorno di patate soffiate e salsa bernese aromatizzata al finocchietto selvatico: fatta pure quella, non riuscita, ma tanto su Google si trova comunque qualcosa da pubblicare sui social.

La cucina, in questi giorni di quarantena, ci ha sicuramente tenuto un bel po’ di compagnia, e ha permesso di salvaguardare la salute strutturale dei nostri pavimenti che altrimenti avremmo pulito e ripulito senza sosta in preda a una sindrome compulsiva da devo fare qualcosa. Tutto molto bello, certo, ma poi è sopraggiunto il momento in cui il frigorifero e la dispensa dei detersivi vari si sono rivelati deserti come una traversa di Cimiano il 15 di agosto. Il momento di fare la spesa, insomma. Un’occasione per uscire? Sì, forse, ma l’idea di trascorrere ore e ore in coda davanti all’ingresso di un supermercato bardati con mascherina, guanti&co non corrisponde esattamente all’idea di freedom che fa capolino nei nostri sogni. Senza contare che il nostro capo ha affinato nel corso di queste settimane la piacevole capacità di far partire la videocall aziendale a sorpresa proprio in quei 5 minuti di orologio in cui siamo impegnati al banco dei salumi.

La spesa online, dunque, è diventata a tutti gli effetti la soluzione più safe and smart del momento, sia per evitare spiacevoli occasioni di contagio, sia per risparmiarsi una buona dose di rotture di scatole. Ed è proprio per questo che l’8 di aprile, nel bel mezzo del lockdown nazionale, Giovanni Cavallo, Edoardo Tribuzio e Lorenzo Lelli hanno deciso di inaugurare la loro nuova avventura imprenditoriale: Macai, ovvero il primo supermercato 100% digitale attivo su Milano e Torino. Un supermercato senza la noia della monetina da mettere nel carrello, insomma, che può essere tranquillamente ispezionato da cima a fondo attraverso una piattaforma tecnologica comprensibile anche al più illetterato dei Giargiana.

A oggi su Macai sono presenti circa 2000 referenze, tra alimentari, prodotti per la persona, per la casa e via dicendo. Dal tonno in scatola al deodorante (che, ricordiamolo, merita di essere utilizzato anche in quarantena), dalle mozzarelle salva-cena ai vini per darsi un tono durante l’aperitivo in diretta Instagram che gli amici della palestra si ostinano a fare ogni weekend, in barba alla concorrenza di Jo Squillo. «Il nostro obiettivo – spiegano i fondatori del progetto – è quello di creare un’offerta quanto più variegata possibile, sempre mantenendo la qualità come variabile costante. Pensate avere 15 tipi di avocado diversi in assortimento, per genere e provenienza, un’opportunità unica per evitare di perdere ancora tempo in mezzo agli scaffali, a trasportare borse pesanti e a tardare i propri appuntamenti causa traffico». E sì, in fondo il ragionamento ci sta tutto.

La spesa fatta su Macai viene consegnata a domicilio con furgoncini refrigerati guidati da professionisti del settore, e gli ordini – se effettuati entro mezzogiorno – vengono al momento consegnati il giorno successivo, dal lunedì al sabato. Il servizio copre sin da subito tutti i CAP del comune di Milano oltre ad alcuni CAP della provincia: l’ordine minimo è di 70 euro e il costo di consegna è di 5 euro e 90, con uno sconto sulla consegna, gratuita per il primo ordine entro il 31/12, inserendo il codice SPESAIMBRUTTITA sul sito. Taaac!

Articolo scritto in collaborazione con Macai da Leonardo da Princi

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