Se c’è qualcuno che in tutta ‘sta situazione ci ha guadagnato qualcosa, quella è sicuramente la grande distribuzione. Per questo motivo Esselunga ha deciso di sfruttare la Fase 2, e quindi la riapertura dei cantieri, per rimettere in moto i lavori dei suoi figli più piccoli. Chi sono? Gli store La Esse, servizi di prossimità nei centri cittadini. Si tratta di versioni più piccole dei giganteschi negozi Esselunga, pensati per rispondere alla spesa quotidiana.
Il primo degli store milanesi La Esse era stato aperto prima dell’emergenza sanitaria in Corso Italia, ma in queste settimane si sta lavorando alla creazioni di almeno altri dieci punti vendita che possano aprire entro la fine dell’anno, molti dei quali a Milano. Lavori in corso in via Arco, in Via Melchiorre Gioia, in zona Magenta e vicino Piazza Piola.
Ma come saranno strutturati questi mini Esselunga? Bè, come abbiamo detto saranno più piccoli. Non mancherà il bar dove poter pranzare (certamente non adesso, rimane però la formula take away) e le ordinazioni si potranno fare mediante un totem digitale. Tac, senza perdite di tempo. “Il nuovo consumatore? Cerca più convenienza, multicanalità tra ecommerce e supermercati, e soprattutto compra più prodotti fatti in Italia che danno maggiore garanzia di qualità”, ha rivelato Sami Kahale, ceo di Esselunga, a Corriere. “Abbiamo lavorato per i clienti, accumulando un’esperienza che ora possiamo mettere al servizio del Paese”.
Già, perché tra le novità di questi store c’è l’assenza di casse, sostituite da vani nei quali il cliente deposita la spesa e che automaticamente calcolano l’importo. Insomma, basta sbatti di dover stare in coda due ore o avere l’ansia di riempire velocemente il sacchetto. In più si può persino fare la spesa tranquillamente online e poi andarla a ritirare in appositi locker. Figata.
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