Slurp, gnam, crock. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma quando siamo a tavola mettiamo in atto un piccolo concertino: il cucchiaino che gironzola nella tazzina, la forchetta che gratta il piatto, la bocca che mastica con gusto, il risucchio dell’acqua sorseggiata, il coltello che taglia la bistecca. A meno che non ci siano nei paraggi dei grezzoni che fanno girare tutto il ristorante talmente sono rumorosi, tendenzialmente non facciamo caso a queste quotidiane melodie. Ci sono persone, però, che vivono molto male la condivisione di colazioni, pranzi, merende, aperitivi e cene, perché si soffermano proprio su uno o più di questi rumori e non riescono a tollerarli. Se anche voi vi riconoscete nella categoria degli Imbruttiti della tavola, allora probabilmente soffrite di misofonia.
Wikipedia insegna che la misofonia è una forma di ridotta tolleranza al suono. Ne soffrite se ci sono dei rumori che vi mandano letteralmente fuori di testa: gli esempi sopracitati riguardano la tavola, habitat naturale di alcune melodie facilmente detestabili. Ma a scatenare il fastidio del misofono possono essere anche altri suoni ordinari come colpi di tosse, sbadigli, o quelli generati da persone che si tagliano le unghie, che si lavano i denti o che pronunciano determinate consonanti. In alcuni casi persino respirare potrebbe scatenare l’agitazione di un misofono. Brutta storia.
Misofonia significa, del resto, “odio del suono” e fa parte dei disturbi di ansia in cui l’irritazione e il fastidio (talvolta anche la rabbia) nascono dal soffermarsi su piccoli dettagli come appunto, masticazione e deglutizione. Le conseguenze possono essere diverse. Si va dal semplice nervosismo a veri e propri scatti d’ira e sentimenti di odio nei confronti del malcapitato, reo di aver masticato troppo avidamente o di aver girato il cucchiaino nella tazza con troppo vigore.
Qualche anno fa alcuni ricercatori di San Diego, in California, hanno scoperto che diversi rumori, come la masticazione, fanno scattare in certe persone delle reazioni fight or flight (combatti o fuggi), cioè quelle in cui il corpo si prepara a reagire a un pericolo producendo adrenalina e cortisolo che aumentano il battito cardiaco, la respirazione e il tono muscolare. Quasi come se ci dovessimo preparare a una rissa imminente, ad esempio.
E quindi che si fa? A livelli estremi serve necessariamente una terapia cognitivo-comportamentale che permetta a chi soffre di misofonia di gestire meglio i sintomi che compaiono in presenza di rumori molesti. Anche perché altrimenti addio vita sociale. Se invece la vostra misofonia non è così invalidante tocca conviverci: al massimo vi beccheranno a osservare con la faccia schifata il tizio di fronte a voi che si lecca le dita unte dopo aver sgranocchiato con ingordigia le patatine…
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