Sono giorni strani cari Imbruttiti.
Giorni in cui si gira per le vie del centro con la netta sensazione che la nostra quotidianità, per quanto simile alla normalità pre-Covid, sia in qualche modo diversa.
Ad esempio, dove sono finiti tutti? Non avete la netta sensazione che ci sia molta meno gente?
Beh, stando agli ultimi dati, si tratterebbe di qualcosa in più di una sensazione.
12.000 residenti in meno da febbraio a oggi: una media di circa 2000 residenti persi al mese dall’inizio della pandemia. Da luglio sarebbero oltre 4000 i residenti persi.
Le cause? Diverse.
Perché se è pur vero che la sola pandemia è costata la vita a oltre 2.200 residenti, è altresì innegabile come questi numeri raccontino soprattutto di un progressivo allontanamento da quella che, fino a poco tempo fa, era considerata la terra promessa dello Stivale.
Smart-working, south-working, migrazioni all’estero e un appeal che per le grandi metropoli mondiali sembra non esserci più.
Milano non è più in grado di attrarre tutti coloro che negli ultimi anni, in particolare nell’era d’orata del post Expo, avevano popolato le sue vie.
Un aiuto esterno che ha nascosto un saldo naturale in realtà negativo da diversi anni.
Il numero delle morti in città supera da tempo quello delle nascite, ma ciò nonostante, le migrazioni interne dalla Brianza, da Roma, Napoli e dal resto d’Italia, avevano contribuito a portare il capoluogo meneghhino sopra il muro del 1.400.000 abitanti.
Lo stesso sindaco Sala aveva non molto tempo fa ricordato come il percorso verso una ritrovata normalità fosse meno facile del previsto: “La città sta pagando un prezzo alto, perché è caduta dall’alto ma ha le capacità per venirne fuori”.
La ricetta? “Lavoreremo sulla potenza delle università, sui giovani, sulla cultura, sulla collaborazione pubblico e privato, la solidarietà. Questi valori non si sono persi e il Comune deve ascoltare e proporre una formula che possa tracciare il futuro”, è stato il commento del Sindaco.
Cari Imbruttiti, sono tempi duri.
Abbiamo passato ore a scherzare su come sarebbe bella una Milano senza Giargiana, ma di questo passo rischia di essere molto meno divertente di come ce l’eravamo immaginata.
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