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La telenovela tra il Codacons e i Ferragnez si è arricchita di una nuova, imperdibile puntata. L’associazione per la difesa dei consumatori sta diventando proprio come quei ragazzini innamorati di una tipa che non li caga: per ripicca vanno in giro a dire che è brutta e le puzza l’alito. Pare proprio che i geni dell’associazione presieduta da Carlo Rienzi, abbiano fatto loro il detto bene o male, purché se ne parli: hanno compreso il valore della cassa di risonanza rappresentata da Chiara Ferragni e Fedez e sono andati in fissa. Così ogni scusa è buona per rompere le balle alla coppia, guadagnandosi una manciata di titoloni su giornali e siti. Ma ce n’è davvero bisogno?

Ok, ricapitoliamo brevemente la storia per i ritardatari che non sono sul pezzo: l’associazione dei consumatori ha deciso di denunciare Chiara Ferragni per blasfemia e offesa al sentimento religioso. Questo per un’immagine, realizzata da Vanity Fair per un’intervista, che ritrae l’influencer come una Madonna. Il Codacons ha così presentato un esposto alla Procura della Repubblica e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. E già che c’era hanno inviato l’esposto pure a Papa Francesco, che di sicuro non ha nulla di più importante di cui occuparsi.

L’immagine è una rielaborazione dell’artista Francesco Vezzoli di un dipinto del ‘600 in cui Ferragni appare, per l’appunto, nelle vesti di una Madonna. Forse una provocazione. Forse la rappresentazione del peso specifico dell’influencer in questi tempi moderni grazie alla potenza del soggetto sacro. Ah che vergogna, signora mia. Che scandalo. Boh, a ‘sto punto denunciamo pure Maurizio Cattelan per la sua opera La nona ora, la scultura che rappresenta papa Wojtyła abbattuto da un meteorite. No?

Il Codacons comunque sta protestando per noi. Perché sa bene che in questo momento di precarietà, ansie, incertezze e Coronavirus, non abbiamo il coraggio di guardare in faccia il vero problema della nostra società: Chiara Ferragni. Già, perché secondo l’associazione, quell’immagine “ha generato indignazione e raccapriccio nell’opinione pubblica e sul web”. Ecco, e allora andiamo a raccogliere insieme l’indignazione e il raccapriccio del web: “Il #Codacons presenta un nuovo esposto contro #chiaraferragni, questa volta per “blasfemia” Solo che la #Ferragni come immagine iconica si avvicina molto alla #Madonna. Il #Codacons a quello che dovrebbe fare, non si avvicina per niente” scrive un utente di Twitter. “Letta la storia di #chiaraferragni sono andato a leggermi quali sono le funzioni del #Codacons scusate… ma che cazzo c’entra la blasfemia col Codacons?”, ha cinguettato un altro.

E poi ancora “Chi sentirebbe mai parlare del Codacons se non ci fossero tutte le polemiche (inutili e di volta in volta più assurde) che lancia a vuoto almeno due o tre volte al mese?”; “Se #ChiaraFerragni in versione Madonna è blasfema, il #Codacons dovrebbe ascoltare le mie imprecazioni quando leggo delle loro denunce-cagata”, ha commentato un altro. Andiamo avanti? Ma sì dai. “Cittadini infuriati tentano di protestare col #codacons per i disservizi di #postemobile. La risposta dell’operatore: siamo troppo impegnati a farci umiliare da #chiaraferragni, la preghiamo di riprovare più tardi”, ha commentato un altro utente di Twitter. Insomma, indignazione e raccapriccio a palate. Ma non nel senso inteso dal Codacons.

Ora, una domanda sorge spontanea. Esattamente quali consumatori sta difendendo il Codacons? Che poi se Rienzi, come sospetta qualche maligno (maliziosetti che non siete altro), è in cerca di visibilità… non basterebbe andare al Trono Over di Uomini e Donne?

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